Coronavirus Abruzzo: Fim, Fiom e Uilm invitano le aziende a mettere in sicurezza gli impianti. Sciopero oggi e domani in caso di mancanza delle condizioni minime di lavoro.
Fim, Fiom e Uilm regionali sollecitano le imprese e le associazioni di rappresentanza a optare per una fermata generale nei giorni 23 e 24 marzo 2020, utilizzando la CIGO per COVID-19, in modo da consentire alle aziende di mettere in sicurezza gli impianti per tutelare la salute dei lavoratori e in attesa delle ulteriori precisazioni sul Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri).
“Nelle aziende nelle quali non si riscontrerà tale disponibilità, si agirà con lo sciopero, confermato a livello nazionale da FIM, FIOM e UILM nelle giornate su riportate”, si legge in una nota congiunta. “In seguito alle comunicazioni del Presidente del Consiglio di sabato sera e in attesa delle necessarie precisazioni attuative del Decreto Legge, riteniamo che le aziende debbano agire per mettere in sicurezza gli impianti ed eventualmente prepararsi per il fermo produttivo. In attesa di avere chiarimenti e di capire cosa dovrà essere fermato e cosa eventualmente dovrà proseguire nell’attività, riteniamo non esserci le condizioni minime tra le lavoratrici e i lavoratori di serenità e tranquillità per tornare a lavorare”.
Anche Maurizio Landini, segretario della Cgil, ha chiesto al Governo di modificare il decreto sulla chiusura della attività non essenziali in senso più restrittivo, minacciando lo sciopero in caso di mancanza di condizioni di sicurezza per i lavoratori.
“Sono state aggiunte, grazie alle pressioni di Confindustria, tutta una serie di attività che non rientrano tra quelle che devono essere ritenute essenziali”, ha dichiarato Maurizio Landini. “Noi diciamo che in questa fase deve venire prima la salute dei cittadini. Non proclameremo lo sciopero nei settori essenziali ma per dare un futuro al Paese. Noi abbiamo bisogno soprattutto che la paura che oggi c’è tra le persone non si trasformi in rabbia, perché le persone rischiano di sentirsi da sole di fronte a una questione così importante. Al centro devono esserci la salute e la sicurezza. Chiediamo un incontro al Mise che ha il potere di modificare il decreto e le categorie produttive che vi rientrano, perché ci metta mano”.