Omicidio Alessandro Neri: 6 arresti e perquisizioni in tutta la regione da parte di oltre 100 carabinieri, nel contesto delle indagini scaturite dal delitto del giovane 29 enne ucciso con un colpo di arma da fuoco a Pescara.
Dalle prime ore dell’alba, una vasta operazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Pescara per l’esecuzione di 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere e di numerose perquisizioni domiciliari nelle province di Pescara, Chieti e Teramo. I provvedimenti sono stati disposti dal Gip del Tribunale di Pescara Antonella Di Carlo su richiesta della Pm Luca Sciarretta, nel contesto delle indagini scaturite dall’omicidio di Alessandro Neri, il 29 enne ucciso a colpi di arma da fuoco e trovato lo scorso 8 marzo in un canale alla periferia di Pescara. Le accuse contestate per i 6 arrestati sono di spaccio di stupefacenti, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi e danneggiamento con incendio. Sono stati impegnati circa un centinaio di carabinieri. Alessandro Neri, era una personalità poliedrica, sotto le righe, proprio per questo, hanno detto gli investigatori, è stato difficile focalizzarne la natura e l’indole. Un giro pericoloso di droga, armi ed estorsioni, in particolare a San Donato, in cui Alessandro Neri si sarebbe ritrovato e proprio in quell’ambito, sono convinti i carabinieri, è maturato il delitto. Le persone arrestate hanno già precedenti penali, i fratelli Insolia Yunior e Yorda, 31 e 23 anni, Marco Lapenta, 35 anni, Giulia Spinelli, 29 anni, Christian De Sanctis, 28 anni, Flaviano Spinelli, 33 anni. In particolare i fratelli Insolia, sempre secondo gli investigatori gestivano una fiorente attività di spaccio, soprattutto coca, confidando su una spiccata capacità di intimidazione per imporre il saldo di crediti vantati nei confronti degli acquirenti e non disdegnando il porto e l’esibizione di armi illecitamente detenute. Con uno degli Insolia, amico di Alessandro, pare che il giovane abbia acquistato anche una pistola. Ma il killer potrebbe nascondersi tra i 6 arrestati e i 12 indagati? Ovviamente bocche cucite dagli investigatori che saranno alle prese con ulteriori indagini e approfondimenti. La mamma di Alessandro ha sempre descritto il figlio come buono e generoso. Il delitto Neri, sperano e credono gli investigatori, non resterà irrisolto.
“Qua la cosa più cara che ho è di Alessandro, è mia e di Alessandro. Ce la siamo comprata insieme, io ci ho messo 800 euro e lui 500. E’ importante per me. Mi volevo levare tutte le armi, ma questa che è mia e sua non la leverò mai”. Così Junior Insolia, 31 anni, amico di Alessandro Neri, nel corso di una conversazione con un conoscente, intercettata dai carabinieri di Pescara.
Il riferimento è alla pistola che Insolia e Neri avevano comprato insieme. Insolia, questa mattina, è stato arrestato insieme ad altre cinque persone per droga, armi ed estorsioni, nell’ambito di un’operazione partita proprio dalle indagini sull’omicidio Neri. L’intercettazione in cui Insolia parla della pistola acquistata insieme a Neri è contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Pescara ed eseguita stamani. La conversazione ha consentito agli investigatori di venire a conoscenza del fatto che il 29enne avesse acquistato un’arma insieme all’amico. Le indagini dei carabinieri hanno consentito di appurare che Neri era “contiguo” al mondo dello spaccio di droga ed aveva rapporti di amicizia con diverse delle persone indagate nell’ambito dell’inchiesta che hanno portato agli arresti di oggi.
La mamma di Alessandro scrive su Facebook
“Nell’ambito delle indagini, in corso di una vasta operazione dei Carabinieri del nucleo Investigativo di Pescara, si è svolta l’esecuzione di 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere nel contesto delle indagini scaturite dall’omicidio di Alessandro Neri. Le accuse contestate a queste 6 persone e solamente a queste “6 persone” sono di spaccio di stupefacenti, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi e danneggiamento con incendio relativamente a fatti accertati nel capoluogo Pescarese. Ho sempre riposto la mia totale fiducia nel Corpo dei Carabinieri di Pescara, capeggiato dal oggi Colonnello Massimiliano Di Pietro. Continuo a credere in loro e continuerò a farlo! Confido che la morte di Ale aiuterà a ripulire la città di Pescara”.
OMICIDIO NERI: LO SCORSO 8 MARZO IL CADAVERE SCOPERTO A FOSSO VALLELUNGA
Poco più di 10 mesi sono passati dal ritrovamento del cadavere di Alessandro Neri, il 29enne di Spoltore scomparso lo scorso 5 marzo e rinvenuto nei pressi di Fosso Vallelunga, a poca distanza dal cimitero di San Silvestro, tre giorni dopo. Una vera e propria esecuzione, commentarono i carabinieri, due colpi di pistola uno al torace ed un altro, quello mortale, alla testa, entrambi sparati a distanza ravvicinata. Un episodio che sconvolse l’intera comunità pescarese e che ebbe anche una vasta eco a livello nazionale. Alessandro, detto “Nerino”, era molto conosciuto, figlio di un’agiata famiglia italo venezuelana, la madre, Laura Lamaletto, si era occupata fino a qualche tempo prima, di una nota azienda vitivinicola del chietino, il padre, Paolo Neri, titolare di un laboratorio orafo in Toscana. Tanti gli amici di Alessandro, molti dei quali abituali frequentatori della Curva Nord e furono loro, subito dopo la scomparsa, ad avviare le ricerche, coordinate dalla stessa madre Laura che aveva stabilito proprio in casa il quartier generale. E proprio dal cancello del villino a Villa Raspa di Spoltore un cartello affisso subito dopo il ritrovamento del cadavere “Ale non c’è più”. Ad uccidere il 29enne, dunque, due colpi di pistola calibro 7,65. Ancora da chiarire se l’omicidio sia avvenuto sul posto o se il cadavere è stato trasportato lì. La sua 500 rossa è stata trovata in un parcheggio nei pressi di Piazza Salotto, ai piedi di una palazzina all’interno della quale c’è un appartamento di proprietà della famiglia Lamaletto, dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, si vede passare la 5oo rossa, ma non si riesce ad individuare chi è alla guida. Anche le successive analisi dei Ris, a bordo della vettura, non hanno dato esiti significativi. Pochi elementi, dunque, a disposizione dei carabinieri che indagano a 360 gradi, anche in ambito familiare, dopo i dissidi tra Laura, il padre e i suoi fratelli. Una certa attenzione viene riservata anche alla vita passata dello zio, coinvolto in particolari vicende giudiziarie in Venezuela. Tuttavia sono piste che piano piano perdono peso, lasciando lo spazio ad una verità che, al contrario, emerge con forza dopo che le indagini passano nelle mani del reparto investigativo guidato dal Maggiore Massimiliano Di Pietro, lo stesso che indagò sull’omicidio di Jennifer Sterlecchini. Alessandro Neri, dopo l’uscita dalla gestione dell’azienda vitivinicola, aveva avviato una serie di attività private legate alla compravendita di beni su internet e all’acquisto anche di auto dalle aste giudiziarie ed è proprio da quel tipo di attività che l’indagine, coordinata dal Pm Valentina D’Agostino, sembra aver dato i riscontri più interessanti tanto da arrivare all’operazione di questa mattina con i sei arresti legati ad una complessa attività di estorsione e non solo. La sensazione è che gli inquirenti stiano stringendo il laccio all’interno di un particolare ambito dove si ha piena contezza di ciò che è accaduto ad Alessandro Neri e magari anche di chi ha premuto quella sera di dieci mesi fa, il grilletto.