Matteo Renzi a Pescara, in Comune, per presentare il suo libro non ha risparmiato frecciate al Governo nazionale e regionale: “Marsilio taglierà nastri di opere del Masterplan realizzato col presidente D’Alfonso”.
L’ex premier Matteo Renzi, esponente del PD, nella la Sala Consiliare del Comune di Pescara, presenta il suo libro “Un’altra strada – idee per l’Italia di domani“. Come può ripartire un percorso riformista per l’Italia? Come fare tesoro degli errori commessi e delle mosse vincenti in un racconto che rinnovi il senso di una sfida? Come disegnare il futuro opponendosi alle paure dilaganti? Sono queste le domande a cui, l’ex segretario e ora senatore del Partito Democratico cerca di dare risposta. Da tre settimane il libro di Renzi è tra i saggi più venduti.
Renzi ha ringraziato Luciano D’Alfonso per l’invito, con il quale “cerchiamo di lavorare insieme”. “Quando siamo partiti non immaginavamo un Governo così incompetente e cialtrone da aver messo in ginocchio l’economia italiana in 6 mesi. Giù gli occupati, giù il Pil, giù la fiducia dei consumatori,” taglia subito corto.
“Torno a Pescara anche per andare a vedere le tante cose che sono state fatte. Penso che il neo governatore Marsilio, al quale con spirito istituzionale facciamo gli auguri buon lavoro, avrà molte opere pubbliche da inaugurare, tutte finanziate dal Masterplan dell’Abruzzo, quelle fatte con D’Alfonso ai miei tempi a Palazzo Chigi. Quando erano in campagna elettorale – ha aggiunto Renzi – parlavano contro di noi e contro il Masterplan, adesso useranno le forbici per tagliare i nastri di delle opere pubbliche che noi abbiamo finanziato. Bene così, bene per l’Abruzzo, bene per chi crede nelle istituzioni”.
In una affollata sala consiliare, Renzi ne ha per tutti raccontando il suo libro: dell’attuale Governo si rivolge a Di Maio come fautore di assistenzialismo, riferendosi al reddito di cittadinanza. Parla poi di Salvini che “chiude i porti” a 60 immigrati, di populismo e di immigrazione, “si preferisce giocare la carta della paura, si preferisce la politica della paghetta”, insomma l’ex premier è un fiume in piena. “Ci hanno riportato in crisi e ci hanno portato a odiare gli altri, c’è una cultura dell’odio, del migrante, del diverso che è inspiegabile se non attraverso una scommessa sulla paura, questa è la riflessione sul libro oggi”. Cita Marchionne “il quale ha detto che un abruzzese non si arrende mai e aveva ragione facendo risollevare la Fiat poiché il lavoro lo crea chi rischia,” conclude Renzi. Ricorda le “fake news” che “secondo lui lo hanno riguardato e che diventano sofferenza quando si toccano gli affetti familiari”.
“Mi sono chiesto, a questo punto: vale la pena continuare? Io ho detto sì. Ho fatto il sindaco di Firenze, ho fatto il Presidente del Consiglio, noi siamo quelli ‘antipatici’ ma abbiamo portato l’Italia in crescita. E’ arrivato Conte e siamo tornati indietro. Se continuo a combattere è perché voglio un Paese che non vive di odio, inquietudine, minacce, paura come vogliono Di Maio e Salvini. Tra i fiorentini, non è Dante che mi ha ispirato né Leonardo, ma è Gino Bartali, sì, sì, quello che correva in bici e che salvava gli Ebrei, Giusto tra i Giusti. Ho avuto la fortuna di incontrarlo quando ero corrispondente di un giornale locale. Gli chiesi: ‘Ma la borraccia l’ha data Coppi a te o tu a lui? Mi guarda e mi fa: ‘nanni’ (ragazzo in fiorentino ndr) secondo te Coppi era un ‘bischero’? No Gino, risposi. Ma nemmeno io, ribatté lui. Ecco, c’ho pensato tante volte, non è importante chi ha dato la borraccia, è importante il gesto di umanità, fiducia, bellezza, solidarietà, amicizia nei momenti di difficoltà, ed è questo il modello di politica che vorrei nei prossimi anni”.
Le dichiarazioni di Renzi e l’aneddoto su Gino Bartali