Scoperta dalla Guardia di finanza di Camerino una maxi frode fiscale, con decine di imprese coinvolte in un giro di emissione ed utilizzo di fatture false. Punti vendita anche in Abruzzo.
Sono stati eseguiti dagli uomini della Guardia di Finanza sequestri patrimoniali per oltre 11 milioni di euro, tra l’altro di 4 immobili (di cui 2 villette), oltre mezzo milione di euro in depositi bancari, 6 autovetture ed una moto di grossa cilindrata. L’indagine, coordinata dal procuratore di Macerata, ha riguardato decine di imprese nelle province di Macerata, Firenze, Prato e Roma, operanti nel commercio di abbigliamento con punti vendita nelle Marche, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria e Abruzzo.
Sette gli indagati: un commercialista con studi a Tolentino e Civitanova Marche e sei imprenditori cinesi. Il modus operandi scoperto dalle Fiamme Gialle prevedeva la creazione di numerose società “cartiere” intestate a prestanome e utilizzate per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti in favore di altre imprese “sane”. Queste ultime, grazie agli indebiti risparmi fiscali erano in grado di acquisire sempre maggiori quote di mercato con una sleale concorrenza a danno degli imprenditori onesti.
Le imprese coinvolte nella frode erano operative solo per due o tre anni, in modo da eludere il sistema degli alert predisposti per le imprese cosiddette “apri e chiudi”, senza mai effettuare alcun versamento delle imposte dovute. Il commercialista era incaricato di tenere le scritture contabili di diverse delle imprese coinvolte nella frode fiscale, ma spesso, fornendo il suo supporto tecnico-professionale, spesso si sostituiva ai titolari con l’utilizzo dei dispositivi per la firma digitale (smart cards), della casella di posta elettronica dell’azienda, di cui possedeva le credenziali, e attraverso la predisposizione di fogli firmati in bianco. Aveva inoltre il compito di svolgere transazioni finanziarie con operazioni di home banking.