Coronavirus Abruzzo: le proposte del Pd per ripartire in sicurezza

Coronavirus Abruzzo: i consiglieri regionali del Pd in videoconferenza stampa presentano le proposte per una ripartenza in sicurezza con un Piano Regionale Straordinario relativo all’emergenza sanitaria ed economico-sociale.

Con la fase 2 sempre più vicina la ripartenza dovrà essere gestita affrontando e programmando azioni efficaci per garantire alla rete economico-sociale di riattivarsi in sicurezza, senza correre il rischio di un ulteriore stop. In questo quadro le misure di sorveglianza sanitaria diventeranno essenziali e saranno il terreno in cui piantare i semi di una nuova partenza con proposte in grado di rilanciare l’economia. È in questo quadro che i consiglieri regionali del Partito Democratico questa mattina hanno presentato in videoconferenza un piano regionale straordinario con proposte di intervento nei vari settori dell’economia.

“La fase 2 scatterà in Italia fra pochi giorni e non esiste ancora un Piano della Regione Abruzzo, capace di affrontarne e programmarne le azioni dalle misure di sorveglianza sanitaria alle iniziative per l’economia. Un ritardo che non possiamo permetterci”, dichiarano i consiglieri regionali PD Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci e il consigliere Sandro Mariani. “Da questa necessità nascono le proposte del PD su come affrontare le settimane che avremo davanti, dando risposte concrete sul fronte sanitario, all’economia in sofferenza e alla comunità più vulnerabile, quella più esposta all’emergenza sociale che il Covid, finito il contagio, ci lascerà.
È necessario pensare a un Piano Operativo straordinario da 300 milioni di euro. La metà di queste risorse possono essere recuperate da una rimodulazione dei Fondi Strutturali e FSC 2014-2020, cogliendo la straordinaria opportunità messa a disposizione dal Governo e dalla UE di veder risarcite alle Regione le intere somme, rimodulate attraverso il PSC, Piano Sviluppo e Coesione, oltretutto con una copertura al 100% da parte dell’Europa, senza l’obbligo di contribuzione del 15% da parte delle regioni.”

Sulla stessa linea il segretario del PD Abruzzo, Michele Fina: “Le nostre proposte nascono da una discussione che ha coinvolto il partito a più livelli, includendo anche amministratori e parti sociali. Mai come in questa fase sono necessari condivisione e confronto, requisiti che il governo regionale ha abbondantemente dimostrato di non sapere mettere in pratica: così l’impreparazione ha fatto danni che si chiamano inefficienza e ritardi, com’è accaduto ad esempio per la cassa integrazione”.

Secondo i rappresentanti del PD: “Sulla base di questa scelta la Regione deve aprire un’interlocuzione con il Governo, perché l’altra metà del Piano Straordinario sia coperto con le misure nazionali, peraltro già previste o in via di definizione. Vanno inoltre snellite procedure e burocrazia, che quanto accaduto con la CIG non si ripeta più.
Per velocizzare la propria attività di autorizzazione e di esame e quella delle agenzie collegate (Abruzzo Sviluppo, Arta, Arap, Fira, ecc.) la Regione deve: rafforzare temporaneamente gli uffici delegati alle autorizzazioni con l’assunzione a termine di personale qualificato o convenzionandosi con strutture qualificate; spostare, ove possibile le procedure da controlli ex-ante a controlli ex-post: utilizzo di autocertificazione, silenzio-assenso, estensione al massimo di procedure online, rafforzando il sistema dei controlli successivi; attivare una convenzione Regione-ABI-istituti bancari del territorio, per indicare procedure chiare e snelle nella gestione degli strumenti, perché le numerose misure per facilitare l’acceso al credito presuppongono un ruolo essenziale per le banche”.

PROGRAMMA DI INTERVENTI

SANITÀ. GESTIONE FASE 2. Prima di attuare la cosiddetta Fase 2, occorre innanzitutto analizzare gli errori commessi per evitarne il ripetersi. Serve una pianificazione strategica, al fine di avere ben chiare idee sulle azioni da mettere in campo e gli scenari di rischio in vista della necessaria convivenza con il virus. Creare le migliori condizioni per una ripresa graduale, garantendo sicurezza alla popolazione. Tutto ciò sarà più agevole attraverso le seguenti attività:
– mappatura sulla capacità degli strumenti sanitari di reazione all’emergenza;
– distribuzione quotidiana di dispositivi di protezione individuale a tutti gli operatori sanitari;
– screening a tutto il personale sanitario per evitare che le strutture ospedaliere o quelle territoriali sanitarie, sociosanitarie e socio assistenziali si trasformino in veri e propri focolai di contagio;
– mascherine obbligatorie per tutta la popolazione e, contestuale avvio, di una capillare distribuzione dei DPI;
– potenziamento della capacità di screening diagnostico sia in numero che personale;
– rafforzamento della rete territoriale sanitaria per evitare l’ospedalizzazione dei pazienti;
– elaborazioni di un Piano volto a codificare tutte le procedure per il contenimento di possibili nuovi focolai.

SOCIALE. PREVENIRE L’EMERGENZA. Particolare attenzione a quanti non sono ricompresi nelle misure del Governo e vivono condizioni di particolare indigenza. Larga parte delle misure potrà trovare copertura con la rimodulazione del FSE per la quota destinata al finanziamento dei Piani Sociali di Zona, nelle more della redazione del nuovo Piano Sociale Regionale. Enti attuatori i Comuni. Ecco le misure:
– Prima casa: contributo per rate o mutuo prima casa per quanti non rientrano nella sospensione dei mutui a seguito del DL 18/2020 “Cura Italia” e versano in condizioni di comprovato disagio economico.
– Studenti e didattica: contributi sull’affitto e utenze sia per le famiglie in difficoltà che per studenti fuori sede; contributi per computer, tablet, notebook per la didattica a distanza; contributi, a fondo perduto e mediante fondo rotativo alle strutture educative della prima infanzia (0 – 6 anni), per sostenere il comparto nel periodo di chiusura nelle spese per affitti, utenze, materiale informatico per didattica a distanza e sanificazione dei locali; contributo economico mensile per ogni bambino fino al mese di agosto; proroga della sospensione dei versamenti fiscali e contributivi fino al 30 settembre e rateizzazione.
– Assistenza domiciliare: contributo straordinario per i caregiver famigliari in caso di sospensione dei servizi di assistenza domiciliare e riabilitativa; bonus economico per l’assistenza domiciliare per minori e persone con disabilità non coperte dal Fondo per la non-autosufficienza e disabili non gravi con ISEE sotto la soglia di povertà.
– Territorio: contributo agli ECAD per l’assunzione di personale a tempo determinato in segretariati sociali e servizio sociale professionale; alla rete dei centri antiviolenza perché continuino l’attività in spazi sicuri; alle associazioni e società sportive dilettantistiche con misure specifiche (in primis la sospensione dei canoni mensili per la gestione degli impianti).

IMPRESE E LAVORO. Bisogna calibrare gli interventi in base alle dimensioni delle imprese e alla loro capacità di sopravvivenza, per garantire resistenza in vita e nuovi orizzonti produttivi.
Piccole imprese. Queste le azioni per intervenire sul sistema delle piccole e piccolissime imprese (comprese imprese sociali del Terzo settore) che si trovano in condizione di drammatica crisi di liquidità e a rischio sopravvivenza:
– potenziare l’accesso al credito e intervenire sul tetto del 25% del reddito, visto che molte imprese non raggiungono un reddito di 100.000 euro annui;
– portare la copertura dei contributi regionali dall’80% al 100% avvalendosi del ruolo dei Confidi;
– riattivare il MICROCREDITO regionale (FSE 2007-2013);
– recupero dal FESR 2014-2020 delle risorse non spese;
– aiuti a fondo perduto, a colmare la riduzione di fatturato o di reddito determinati dall’attuale crisi;
– sospensione di tributi locali (risarcendo i Comuni per i mancati introiti);
– contributo temporaneo per costi energetici attivando convenzioni tra Regioni ed Enti gestori;
– rapidità del processo autorizzatorio e sbrurocratizzazione per cittadini e imprese.
Per le imprese medio-grandi. Facilitare la “sanificazione” attraverso un sostegno dei costi di queste operazioni, integrando con risorse regionali il contributo statale (credito d’imposta al 50%) e con voucher per l’acquisto di dispositivi di protezione (mascherine, guanti ecc.). Sul fronte operativo bisognerà agire per:
– promuovere e favorire accordi sindacali sulle condizioni di apertura;
– interventi sul problema centrale degli spostamenti e del trasporto dei lavoratori, sia potenziando transitoriamente la rete dei trasporti pubblici anche con forme di mobilità sostenibile;
– sostegno per l’organizzazione delle mense;
– riserva finanziaria regionale per co-finanziare gli investimenti (Accordi di Innovazione, Contratti di Sviluppo).

TURISMO. L’Abruzzo ha vissuto già le difficoltà della rinascita del settore dopo il sisma, la tragedia di Rigopiano, la sicurezza autostradale. Bisogna operare una strategia, anche comunicativa, che tenga conto dell’esperienza fatta e che sfrutti l’eccezionale biodiversità del paesaggio soprattutto all’inizio della fase 2, promuovendo un turismo esperienziale, ad esempio in frangenti montani della regione, dando così modo ai borghi, alle città d’arte, alle spiagge, ai luoghi più frequentati di prepararsi per garantire la fruizione in sicurezza e per aprire ad un turismo multi-stagionale e non solo massivo.
Proposte di intervento: estensione alle attività turistica di tutti i benefici per le PMI; includere nel reddito di emergenza di guide, accompagnatori, soci e amministratori di attività turistiche non iscritte alla gestione separata dell’Inps, categorie ad oggi escluse dai benefici; annullamento per il 2020 della Tassa di soggiorno; esenzione dei balneari dal pagamento del Canone demaniale; finanziamenti a fondo perduto, per chi ha subìto consistenti riduzioni del reddito, destinati tutta la filiera; bonus per i cittadini abruzzesi da spendere nelle strutture e nei servizi del sistema turistico regionale e card di vantaggi per chi sceglie l’Abruzzo per più di 3 giorni; riapertura e potenziamento della rete sentieristica col coinvolgimento dei professionisti del settore; Card ai turisti che soggiornano in Abruzzo per almeno 3 giorni per acquistare servizi con vantaggi, sconti e agevolazioni; Rilancio della Film Commission d’Abruzzo; sbloccare e completare i cantieri delle Piste ciclabili e ciclopedonali nei Comuni dove ci sono risorse giacenti che lo consentono.

AGRICOLTURA. Il settore ha riaffermato la sua funzione centrale, in quest’ottica, agli operatori del settore vanno offerte opportunità e risposte puntali e concrete.
Proposte d’intervento: garantire la liquidità agli imprenditori agricoli e zootecnici snellendo procedure e burocrazia; agevolare i giovani imprenditori già insediati negli ultimi tre anni; agire su controllo e ristoro del danno da fauna selvatica; piano straordinario per la promozione dell’export abruzzese dell’intera filiera; rendere possibile il lavoro nei campi condividendo con le parti sociali condizioni dignitose e sicure; rendere flessibile l’uso dei fondi del Piano di Sviluppo Rurale riadattando le misure alle nuove esigenze; riconoscere a ciascun operatore un rimborso sui costi fissi di produzione; misure specifiche di contrasto alla speculazione sul prezzo del latte ; contributo alle aziende florovivaistiche abruzzesi.

PESCA. Le problematiche sono molteplici, a partire dai bruschi cali di vendite, aggravate dal fatto che le attuali normative vigenti non inibiscono le attività dei pescherecci, ma la quasi totalità del lavoro è fermo.
Proposte di intervento: pagamento delle richieste di integrazione al reddito già avanzate per i lavoratori imbarcati; sgravio di tutti i contributi a favore delle imprese; indennità di fermo mensile a compensazione dei mancati guadagni; attivazione e incremento del Fondo Unico della Pesca da destinare alle imprese che hanno dovuto sospendere le attività e ai produttori per stimolare la ripresa del mercato; attivazione immediata del fermo-pesca con carattere emergenziale diverso dalle ordinarie interruzioni dettate da precise esigenze di tutela ambientale.

ZONE ROSSE. La Regione, in raccordo coi Comuni che sono stati interessati dai provvedimenti e con le parti sociali e produttive, deve provvedere a tutelare i Comuni che sono stati interessati dai provvedimenti ora tolti attraverso: la salvaguardia dell’economia dei nuclei familiari più deboli, delle partite IVA e degli operatori economici; azioni utili contro povertà, disoccupazione e spopolamento; coprire le spese aggiuntive che i Comuni hanno sostenuto per le attività di protezione civile e di assistenza alla popolazione durante l’emergenza. Inoltre la Regione si coordini con le altre regioni (per le zone rosse istituite con ordinanze regionali) per l’attivazione con il Governo per un pacchetto di misure nazionali.

CONNETTIVITÀ. Il Covid ci ha costretto a recuperare il gap tecnologico accumulato negli ultimi anni anche dall’Abruzzo. Famiglie, cittadini, professionisti, formazione e imprese hanno compiuto passi da giganti in quarantena, da trasformare in cammino stabile perché quando questa emergenza sarà superata, il salto di qualità nell’utilizzo del digitale diventerà permanente. L’Abruzzo può e deve cogliere questa occasione per proporre un modello di vita, di lavoro, di ospitalità che pochi altri territori sono in grado di offrire, a condizione che siano potenziati i collegamenti digitali.
Proposta di intervento: utilizzare gli oltre 90 milioni di euro per collegare con la fibra tutti i Comuni abruzzesi. Sono già attive o in via di attivazione le convenzioni con Telecom e Open Fiber per accendere la fibra dove collegata; potenziare la diffusione della Banda Ultra Larga fin nei luoghi più rurali.

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