Sul destino del centro di ricerca Intecs spunta una luce di speranza. L’ex Technolabs, uno dei fiori all’occhiello di quello che un tempo era il polo elettronico dell’Aquila, altamente specializzato nel campo delle telecomunicazioni, del mercato aerospaziale, della difesa e dei trasporti, è al centro di un’estenuante e lunga vertenza, perché la volontà dell’azienda è quella di ridurre investimenti e risorse umane.
L’ex Technolabs dell’Aquila contava un tempo 120 lavoratori, oggi sono 85, la maggior parte dei quali in contratti di solidarietà. SI tratta di alte professionalità che restano ferme, “parcheggiate” in casa, mentre gli ammortizzatori sociali scadranno drammaticamente ad aprile. Dopo mesi di trattative, tavoli di crisi e promesse, in un incontro recente tra Rsu e il vice presidente della Regione Giovanni Lolli, che è anche assessore alle Attività produttive, è arrivato uno spiraglio per prorogare i contratti di solidarietà di un altro anno.
Un periodo necessario all’azienda per procedere via via alla riduzione del personale, che dovrebbe attestarsi intorno alle 30 persone. La buona notizia è che sul tavolo di crisi della Regione sono arrivate negli ultimi mesi alcune proposte imprenditoriali che potrebbero dare uno spiraglio di speranza sul futuro del centro di ricerca e dei suoi dipendenti. Una delle quali proviene dalla Fca/Fiat, la casa automobilistica guidata dal teatino Sergio Marchionne, che in Abruzzo vorrebbe avviare un progetto nell’ambito dell’auto che si guida da sola. Altra proposta viene dalla Smic, la multinazionale cinese dell’elettronica che ha acquisito Lfoundry – ex Micron – e che ha uno stabilimento importante anche nella Marsica, dove dà lavoro a centinaia di persone.
Ci sarebbe, infine, anche l’interessamento di una grande azienda italiana sempre del settore delle telecomunicazioni, di cui ancora non si conosce il nome. Tutte proposte da prendere con cautela naturalmente, perché le trattative sono tutte in corso. A fare gola agli imprenditori potrebbero essere anche i fondi per gli investimenti produttivi provenienti dal 4% delle risorse della ricostruzione, destinati all’economia e all’occupazione del cratere.
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