Non si sblocca l’impasse della consegna dei progetti della ricostruzione, dopo mesi di muro contro muro tra il Comune e i tecnici che dovrebbero presentare dei progetti, la situazione è ancora preoccupante: le pratiche vengono consegnate incomplete e quindi tornano indietro, al mittente, ai titolari di contributo, che dovrebbero integrarle.
Una cattiva consuetudine che sta rallentando in modo pericoloso anche la ricostruzione, perché se le pratiche dei progetti sono incomplete i cantieri non possono aprire, e pur avendo in cassa 800 milioni di euro da spendere per il 2016, i terremotati non possono tornare a casa. Soldi stanziati dallo Stato per L’Aquila con la legge di Stabilità del 2015, che stanziò per la ricostruzione oltre 5 miliardi di euro da stanziare in varie tranche annuali fino al 2020.
Per l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano è in ballo il futuro della città e delle giovani generazioni alle quali si sta consegnando – dice – una città incompleta. Intanto su 1.600 pratiche consegnate sinora, soltanto 117 hanno ottenuto il contributo e dunque hanno avviato i lavori dall’inizio dell’anno.