Il Comitato civico per la riapertura della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Caramanico Terme annuncia che a giugno sarà pubblicato il bando per l’affidamento della programmazione del restauro della chiesa madre, danneggiata dal crollo del tetto a gennaio del 2017; l’inizio dei lavori previsto per gennaio 2021. In questi mesi raccolte dal comitato 1700 firme: “Vigileremo attentamente”.
“Il Comitato Civico per la riapertura della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Caramanico è finalmente riuscito a ottenere un contatto diretto con il Segretariato Regionale del Ministero per i Beni e le attività culturali per l’Abruzzo – MiBACT riguardo al restauro della Chiesa monumentale, il cui tetto è crollato nella notte del 19 gennaio 2017.
Dopo più di due anni di inerzia e un’attesa estenuante per la comunità, in cui purtroppo, in ultimo, ha influito anche la pandemia, il 19 maggio 2020 si è tenuto un incontro interlocutorio da remoto a cui hanno partecipato il Sindaco di Caramanico Terme, un delegato del Comitato Civico e i funzionari competenti per la procedura, ovvero il Direttore Arch. Stefano D’Amico, segretario regionale per i beni e le attività culturali e per il turismo per l’Abruzzo, con sede a L’Aquila, e l’Arch. Giuseppe De Girolamo, funzionario della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio dell’Abruzzo, con sede a Chieti.
I citati funzionari hanno assicurato che entro il mese di giugno sarà pubblicato il bando per l’affidamento della progettazione, per poi giungere all’appalto con previsione di inizio lavori di restauro tra gennaio e febbraio prossimi.
Lo stato dell’edificio, come è a tutti noto, è attualmente di forte degrado e i ritardi amministrativi stanno, purtroppo, causando ulteriori danni.
Il crollo di oltre tre anni fa ha sottratto alla comunità caramanichese il simbolo della sua storia, un pregevole concentrato di arte e cultura ma anche di grande valenza nell’offerta turistica della cittadina, annoverata tra i “Borghi più belli d’Italia”.
Il Comitato si è costituito dopo che Istituzioni locali, territoriali e Curia non erano riuscite a ottenere concreti riscontri sull’avvio dell’iter amministrativo per l’affidamento dei lavori, denunciando così una grave inerzia burocratica e chiedendo di procedere senza ulteriori indugi all’esecuzione dei lavori, peraltro già finanziati con fondi disponibili per €.1.500.000,00 con Delibera CIPE del 22/12/17.
Dopo un’intensa attività di comunicazione e denuncia e una petizione popolare conclusa con la raccolta di oltre 1700 firme allegata alla prima delle due missive inviate al Ministro dei Beni Culturali, On.le Avv. Dario Franceschini, oltre che a enti e organi periferici del ministero, enti pubblici territoriali e rappresentanti istituzionali, il Comitato mostra cauto ottimismo per il risultato raggiunto, mantenendo però alta l’attenzione sugli sviluppi della vicenda, che non può subire ulteriori ritardi.
Va ricordato che dopo il crollo del tetto, grazie all’intervento del Comune di Caramanico che usufruì di un fondo regionale di €.500.000, è stata realizzata una copertura provvisoria che, per le sue caratteristiche (teli in fibra), ha durata limitata e rischia, pertanto, di venire meno alla sua funzione, con conseguenze ancor più nefaste per la struttura.
Dopo la decisa azione di sollecitazione finora compiuta il Comitato intende, dunque, vigilare attentamente sulle fasi successive al bando, seguendo l’evolversi dell’iter burocratico affinché non si perda altro tempo e non si producano ulteriori danni, come, invece, è finora accaduto; lo attenderà, poi, un compito ancor più gravoso: quello di attivarsi per la realizzazione dei lavori di recupero e restauro interni onde restituire alla Chiesa (ed alla comunità tutta) il suo originario splendore.”
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