Gli operatori sanitari della Fials manifestano a Pescara per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi relativi al comparto: chiesto il rinnovo contrattuale e un riconoscimento di premialità alle professionalità che in questi mesi si sono spese per fronteggiare l’emergenza del Covid 19.
C’è tutta l’amarezza per l’incertezza di un futuro che non tiene conto della premialità professionale del comparto sanitario nelle parole di Gabriele Pasqualone, segretario regionale della Fials, la Federazione italiana delle autonomie locali e sanità, che questa mattina in piazza Alessandrini a Pescara, davanti alla sede dell’assessorato regionale alla sanità, ha riunito gli operatori sanitari per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi della categoria, rivendicando i diritti di chi nei mesi dell’emergenza è stato chiamato a fronteggiare la pandemia da Covid 19 con responsabilità e abnegazione.
La manifestazione regionale di oggi, giovedì 25 giugno 2020, non è uno sciopero, ci tengono a precisare i manifestanti, preoccupati di non mettere in difficoltà un settore già duramente piegato dall’epidemia, che da anni si scontra con la politica, in attesa di rinnovi contrattuali che tardano ad arrivare.
E così, al grido di “No a lavoratori di serie B” la Fials ha animato la manifestazione regionale che prelude a quella nazionale in programma a settembre a Roma.
Tra gli obiettivi della protesta:
– non dimenticare gli operatori sanitari impegnati nell’emergenza Covid-19;
– rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale, passando attraverso il riconoscimento professionale ed economico dei suoi professionisti e dipendenti;
– conseguire un contratto unico tra pubblico e privato; arrivare a un maggiore e tangibile riconoscimento agli operatori che si sono spesi durante l’emergenza sanitaria;
– giungere a un piano straordinario di assunzioni; ottenere più dignità per i lavoratori dei servizi appaltati per i quali si richiede l’applicazione del contratto della sanità.
Durante la manifestazione un minuto di raccoglimento è stato dedicato alle vittime del Covid 19, al termine del quale i presenti hanno liberato in cielo dei palloncini bianchi, in ricordo di chi è deceduto a causa della pandemia.
IL SERVIZIO DEL TG8:
Nella nota cheil segretario regionale della Fials, Gabriele Pasqualone, ha inviato al presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, e all’assessore regionale alla salute, Nicoletta Verì, si legge:
“L’attuale pandemia del Covid-19, spogliandoci dal superfluo, ci ha restituito la consapevolezza della fragilità dell’esistenza e della preziosità della vita. Infatti, l’abnegazione del personale sanitario impegnato a sottrarre i malati dalle grinfie della morte anche a costo della propria vita, è una nobile testimonianza dell’alto valore della Vita.
Accanto a questo encomiabile impegno, è tuttavia avvilente vedere politica, Governo e Regione, impegnati prima in un’autoreferenzialità verso gli stessi operatori sanitari e successivamente in un ingrato riconoscimento premiale.
Gli operatori sanitari si attendevano una politica coesa del Governo e della nostra Regione nel concedere risorse economiche di consistente premialità.
Invece il governo ha stanziato per la nostra regione solo € 5.480.293,00 con il decreto Cura Italia e € 4.160.625,00 con il decreto Rilancio, ai fini di incrementare i fondi contrattuali della dirigenza sanitaria e del personale del comparto per le maggiori spese sostenute in questi periodi di pandemia, e per la parte residuale, del tutto insufficienti, per la premialità degli operatori sanitari.
La gratitudine maggiore si attendeva dalla nostra Regione, da Voi, con risorse del bilancio adeguatamente premiali pari almeno al doppio di quelli stanziati dal governo con il decreto Cura Italia €10.960.586,00, tenendo anche conto del sistema della tassazione che ha ingenerato profonde disuguaglianze che hanno caratterizzato il disconoscimento delle varie professionalità e competenze.
Questo non è avvenuto, scarse risorse economiche ed una premialità ingrata, rapidamente grazie e arrivederci.
La FIALS, con gli operatori sanitari, ha indetto una maratona di manifestazioni a livello regionale che si concluderà con una grande manifestazione senza precedentia livello nazionale.
Giovedì 25 giugno, dinanzi alla Regione per non dimenticare tutti i professionisti sanitari che con grande professionalità e sacrificio hanno affrontato l’emergenza pandemica in questi mesi, per manifestare disagio, rabbia per la mancata considerazione di premialità e la paura per un futuro quanto mai incerto per il rinnovo contrattuale.
Il decreto Rilancio ha messo a disposizione fondi di un’entità mai vista nell’ultimo decennio per investirli in un vero rilancio della sanità, dopo decenni di disattenzione e di tagli di posti letto e blocco del turn over del personale, ma bastano per arrivare alla fine dell’anno.
Servono interventi strutturali per il rilancio della sanità pubblica, che passi attraverso il riconoscimento professionale ed economico dei suoi professionisti e dipendenti.
Dopo la pandemia da Coronavirus, si è scoperto che la sanità non è un fastidioso accollo per le tasche degli italiani, bensì una risorsa, un investimento necessario per consentire alle persone di lavorare in salute. Un tale risultato, tuttavia, è raggiungibile solo imprimendo un vigoroso cambio di passo allo status quo.
Le nostre manifestazioni tendono a stimolare la nostra Regione, come tutte le altre, a utilizzare le risorse del decreto Rilancio per aumentare negli ospedali i posti letto di terapia intensiva e sub intensiva, per investire sulla sanità territoriale e sull’infermiere di famiglia e sugli assistenti sociali.
Non vorremmo assistere al licenziamento di tanti infermieri e OSS e altri operatori assunti per esigenze di Covid-19, tantissimi dipendenti chiamati a ricucire i tagli della sanità con condizioni lavorative che rasentano lo sfruttamento della precarietà e poi, come sempre è avvenuto, USATI E BUTTATI.
Necessita un piano straordinario di assunzioni con il necessario reintegro degli organici dopo decennali tagli che hanno portato il nostro Paese e la stessa nostra Regione con il numero del personale della sanità, specie infermieri e professioni sanitarie, a un livello molto inferiore alla media europea.
Investimenti strutturali su acquisto di nuovi strumenti dagli ecografi alle tac, dai laboratori di analisi ai robot.
Questa pandemia ha solo dimostrato l’ovvietà di ciò che già era: i professionisti sanitari sono il pilastro del Servizio sanitario, non possiamo pensare di investire sulla Sanità e sul sistema Paese senza dare il giusto riconoscimento economico e professionale a tutti loro.
Con i soldi del MES sarebbe possibile avviare il rilancio della sanità, aumentare la motivazione del personale sanitario con una retribuzione economica che si avvicini a quella media europea e avviare, da subito, il rinnovo contrattuale 2019- 2021.
Questi i motivi delle nostre rivendicazioni per i quali si chiede di essere ricevuti durante la medesima manifestazione.
Le altre manifestazioni seguiranno il 24 luglio, il 10 settembre e il 19 ottobre 2020.”