I presidenti delle Province d’Abruzzo si dicono preoccupati per la riapertura delle scuole a settembre: tempistica troppo stretta per adeguare gli edifici scolastici superiori in funzione anticovid. Dal Governo 750 mila euro per ciascuna Provincia.
Il 14 settembre l’inconfondibile trillo della campanella darà il via al primo giorno di scuola per 171.470 studenti abruzzesi, chiamati a riannodare i fili di una storia bruscamente interrotta dalla pandemia. Ma anche la ripartenza scolastica dovrà fare i conti con le misure di adeguamento degli spazi e delle aule per permettere un corretto svolgimento dell’anno scolastico in completa sicurezza e nel rispetto del distanziamento sociale, che neppure tra i banchi di scuola potrà fare eccezione. Ma se la prima campanella è prevista per il 14 settembre, già dal 1° settembre gli istituti saranno aperti al personale scolastico e dunque dovranno essere in regola con le direttive anticovid, completando i lavori di adattamento degli spazi di cui poi dovranno fruire gli studenti.
Alle Province, proprietarie degli edifici scolastici di secondo grado, spetterà il compito di investire i fondi stanziati dal Ministero dell’istruzione per rendere sicure le scuole superiori. In Abruzzo ciascuna provincia avrà a disposizione 750 mila euro da ripartire tra le 136 istituzioni scolastiche superiori di tutta la regione per garantire ai 56.529 studenti abruzzesi che frequenteranno le scuole secondarie un adeguato distanziamento sociale in funzione anticovid.
“Se ci viene chiesto l’impossibile dobbiamo per forza dichiarare la nostra contrarietà”, ha dichiarato Angelo Caruso, presidente della Provincia di L’Aquila e presidente dell’Upa, l’Unione delle Province d’Abruzzo, chiamato a sedersi ai tavoli governativi per recepire la normativa ministeriale in tema di scuole. “Ci sono edifici scolastici in cui il distanziamento sociale è impossibile da praticare. Lavoreremo per posticipare l’apertura delle scuole, come già fatto da altri.”
Fortemente preoccupati anche gli altri presidenti di Provincia: Mario Pupillo (Chieti), Antonio Zaffiri (Pescara) e Diego Di Bonaventura (Teramo).
“Non tutto è scontato”, ha aggiunto Mario Pupillo, presidente della Provincia di Chieti. “Ci è stato assegnato il ruolo di commissari nella gestione dell’adeguamento degli edifici scolastici superiori, ma non tutto può essere rapido come ci viene chiesto. Oltretutto oggi parliamo in qualità di presidenti di Provincia, ma ognuno di noi è anche sindaco e lo stesso problema si ripresenterà con la gestione degli edifici scolastici di primo grado.”
C’è poi il nodo del trasporto scolastico che potrebbe ripartire a pieno regime, contrastando il principio del distanziamento da attuare nelle aule, ma non sugli autobus.
“A conti fatti, ripartendo i 750 mila euro assegnati dal Ministero a ciascuna Provincia, ci troveremo a dividere le briciole per ciascun edificio scolastico”, ha precisato Antonio Zaffiri, presidente della Provincia di Pescara. “Circa 20 mila euro per ciascun edificio che potranno essere spesi per comprare nuovi arredi da impiegare nelle aule per attuare il distanziamento sociale.”
Preoccupato, ma più speranzoso e possibilista, Diego Di Bonaventura, presidente della Provincia di Teramo: “I tempi sono strettissimi, ma non è il momento delle polemiche o delle serrate da portare a Roma. Se lavoreremo tutti insieme, riusciremo a realizzare anche l’impossibile.”
Il servizio del Tg8