A L’Aquila è stata effettuata un’importante ricostruzione dell’anca con protesi in 3D. Testa (Asl): “Sinergia Asl-Università funziona bene”.
Un importante intervento di ricostruzione dell’anca con tecnologia avanzata in 3D ha coinvolto chirurghi ortopedici e ingegneri biomedici. L’operazione ha riguardato una giovane paziente affetta da infezione di protesi della stessa anca ed è stata eseguita all’ospedale dell’Aquila: l’impianto è stato effettuato dal professor Giandomenico Logroscino del reparto di Ortopedia universitaria, diretto dal professor Vittorio Calvisi.
A darne notizia è il direttore generale della Asl dell’Aquila, Roberto Testa: “Questa vicenda dimostra come la sinergia tra le diverse unità operative delle Asl, così come la sinergia Asl-Università, possano portare a brillanti e innovativi risultati, con significativi benefici per i pazienti. L’importanza di una comunicazione costruttiva per gli utenti valorizza le professionalità interne ed evitare quel ‘turismo sanitario’ molto di moda, ma spesso non necessario, se non del tutto inutile, con oneri aggiuntivi per gli utenti stessi e per la Asl”.
La paziente, già portatrice di protesi di anca per displasia congenita, nei giorni scorsi ha lasciato l’ospedale completamente guarita: proveniva da fuori regione e dal 2015 era stata sottoposta a diversi interventi. La patologia era fortemente disabilitante, avendo comportato la perdita completa della funzionalità articolare.
Data la giovane età e la gravità della malattia è stata adottata una strategia in due fasi: un primo intervento di rimozione della protesi infetta effettuato in gennaio e, dopo alcune settimane di terapia antibiotica, la ricostruzione e il reimpianto della protesi d’anca nelle settimane scorse, con un ritardo rispetto alla tabella programmata dovuto alla pandemia Covid.
Come si legge in una nota della Asl provinciale dell’Aquila, “è usata una tecnologia estremamente innovativa, che permette di ricostruire in 3D impianti protesici su misura, necessari in caso di gravi perdite ossee. Con un software dedicato è stato elaborato il progetto dell’impianto definitivo”.
Nell’intervento c’è stata la collaborazione dell’Uoc del farmaco, beni e servizi, radiologia, malattie infettive, anestesia e rianimazione, oltre che del personale infermieristico del blocco operatorio.