La regista Laura Nardinocchi, originaria di Pescara, si aggiudica il premio Scenario infanzia 2020 insieme a Niccolò Matcovich con il progetto teatrale Arturo.
Si è concluso il 6 settembre a Bologna il Premio Scenario infanzia 2020 con la vittoria della regista e drammaturga abruzzese Laura Nardinocchi con il progetto teatrale Arturo, realizzato con Niccolò Matcovich.
Laura Nardinocchi è dunque la prima artista abruzzese a vincere il prestigioso premio Scenario Infanzia, con l’apprezzamento della giuria e il grande successo di pubblico, che ha accolto lo studio presentato a Bologna con grandi applausi.
La giuria ha così motivato la sua scelta: “Arturo affronta in modo sobrio e composto il dolore per la morte del padre senza mai scadere nella retorica e riunendo in un’emozione autentica le nuove generazioni e il pubblico adulto. Lo spettacolo ci invita a riflettere sulla figura del padre e a confrontarci col tema della morte, spesso tabù sulla scena e nella vita.
Utilizzando un interessante dispositivo drammaturgico, lo spettacolo si modula diversamente grazie all’interazione con gli spettatori e chiede ogni volta ai due interpreti di rendere unica e irripetibile la loro performance.
Un teatro di verità che, grazie all’autenticità dei due protagonisti, rende incerto il confine della rappresentazione.”
Il Premio Scenario è il più importante premio teatrale rivolto alle giovani generazioni, una fucina di talenti e nuove creatività che va avanti dagli anni 80, quando nacque nel 1987, da un piccolo gruppo di soggetti teatrali riuniti nell’associazione omonima che si diedero come scopo il sostegno dei giovani artisti e l’attenzione ai nuovi linguaggi, individuando nel rapporto fra le generazioni e nella trasmissione dell’esperienza i fondamenti per la vitalità e lo sviluppo della cultura teatrale.
Il Premio scenario infanzia nasce nel 2006, dedicato ai giovani spettatori. Si propone di favorire originali percorsi di ricerca nell’ambito dei linguaggi rivolti all’infanzia e all’adolescenza, nella consapevolezza che l’universo dei bambini e dei ragazzi presenta necessità, tematiche, poetiche in continuo e veloce mutamento.
L’associazione stessa dice del Teatro dell’infanzia: “Lo scenario dell’infanzia vuole essere il teatro che ritrova la sua infanzia, o la condizione della sua nascita, in riferimento agli spettatori che custodiscono in sé l’attitudine allo stupore e alla sperimentazione tipici di questa stagione della vita”.
Proprio questo ha portato l’artista di Montesilvano ad aggiudicarsi, ex equo con Casa Nostra di Hombre collettivo (Parma), l’importante premio, presieduto dal regista e drammaturgo Giuliano Scarpinato, curato e diretto da Cristina Valenti, docente al Dams di Bologna.
Il Florian Metateatro ha sostenuto Laura Nardinocchi e la sua compagnia teatrale Rueda Teatro, nella coproduzione dello spettacolo Pezzi, che ha debuttato al Florian nel maggio 2019 e che ha vinto il Roma Fringe Festival nello stesso anno.
Da giugno di quest’anno ha iniziato inoltre una residenza presso il nostro centro di produzione teatrale di Pescara per il nuovo spettacolo A fondo, che debutterà in autunno sempre al Florian.
Dalle note di regia del progetto:
Arturo è una delle stelle più luminose del cielo.
Arturo è il nome di un bambino che non è ancora nato.
Arturo è il passaggio di testimone da chi c’era prima a chi ci sarà.
Noi siamo il ponte di due generazioni che non si incontreranno mai.
Il progetto nasce dall’incontro di due registi/autori che condividono lo stesso dolore: la perdita dei propri padri. Da qui l’esigenza di mettersi in scena in prima persona senza la mediazione degli attori, lavorando su due differenti piani: quello dei padri che si raccontano in prima persona e quello in cui emerge il punto di vista dei figli.
I due piani si invertono, si intersecano, si mischiano e a volte quasi si confondono.
Sul palco si costruisce un puzzle della memoria, composto di dodici pezzi – corrispondenti ad altrettante scene – i cui titoli saranno scritti dagli spettatori prima dello spettacolo, per poi essere mischiati e disposti nello spazio in maniera casuale.
Ciò permette al lavoro di avere una struttura mutevole, non replicabile e dalle “infinite” combinazioni, proprio come l’andamento della memoria.
L’intento è di trattare la morte, spesso vista come un tabù, con la voglia non di compatirsi o cercare conforto, bensì trasformando il dolore in atto creativo.
Laura Nardinocchi, nata a Pescara nel 1993, si diploma al corso di regia e dramaturg presso l’Accademia d’Arte Drammatica Cassiopea di Roma, condotto da Luciano Colavero e Francesca Macrì. È regista e drammaturga della compagnia Rueda teatro. Il suo ultimo spettacolo Pezzi vince il Roma Fringe Festival 2019.
Niccolò Matcovich, nato a Roma nel 1989, si diploma in drammaturgia presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Nel 2016 è tra i fondatori della compagnia Habitas e, dall’estate del 2018, cura la direzione artistica di CastellinAria – Festival di Teatro Pop.