A Vasto sono risultati positivi al Covid cinque dei 42 amigranti arrivati da Lampedusa. Marsilio: “Sconcerto per la leggerezza degli spostamenti”.
Cinque dei 42 migranti arrivati a Vasto, dopo esser stati trasferiti da Lampedusa, sono risultati positivi al Covid tramite l’accertamento diagnostico del tampone; un caso sarà invece da ripetere, avendo dato esito dubbio. I migranti, alloggiati all’hotel Continental di Vasto, erano giunti in Abruzzo dopo aver viaggiato con il risultato di un tampone negativo.
“L’attenzione massima che la Regione Abruzzo sta dedicando alla tutela della salute ha portato a effettuare i tamponi ai 42 migranti arrivati da Lampedusa e alloggiati all’Hotel Continental di Vasto, nonostante fossero in possesso di un tampone negativo, effettuato alla partenza”, ha dichiarato Marco Marsilio, governatore della Regione Abruzzo. “Il risultato emerso ha evidenziato che cinque migranti sono invece positivi e un tampone dovrà essere effettuato nuovamente perché risultato dubbio.
È immediatamente scattato il protocollo di sicurezza della Asl di Chieti che ha isolato i migranti positivi. Rimane lo sconcerto per la leggerezza con cui queste persone vengono fatte viaggiare attraverso le regioni italiane dopo controlli che non sempre sono veritieri.”“È una vicenda assurda, perché non è possibile pensare di far viaggiare persone postitive al Covid”, ha affermato il sindaco di Vasto, Francesco Menna. “Giorni fa avevo già chiesto un incontro al Prefetto insieme ad altri sindaci per avere garanzie relative ai controlli sanitari. Ora, venerdì 11 settembre in mattinata, avremo finalmente questo incontro in Prefettura.”
Prosegue l’irresponsabile azione del Governo nazionale sui controlli sanitari dei migranti in arrivo in Abruzzo da Lampedusa, per accertare la positività al covid-19. E’ notizia di poche ore fa che già cinque migranti, dei 42 giunti al Continental di Vasto con attestazione di tampone negativo, sono risultati positivi, oltre ad un caso dubbio”. A denunciarlo è il capogruppo di Fdi in Consiglio regionale, Guerino Testa. “Dopo i primi episodi verificatisi a Gissi, Pettorano sul Gizio, Moscufo, L’Aquila, Civitella del Tronto e in provincia di Chieti, scatenando grande allarme in tutta la Regione – ricorda Testa – ci aspettavamo il massimo rigore da parte del Governo nell’effettuare le adeguate verifiche sanitarie prima di trasferire così tante persone nei centri di accoglienza abruzzesi, e invece colpisce il pressapochismo con cui si continua ad operare, mettendo a repentaglio la salute pubblica regionale”. “Tra l’altro, accade in un momento in cui la Regione è fortemente coinvolta sul fronte della riapertura delle scuole – sottolinea – tema delicatissimo che necessita del massimo impegno e della più precisa sinergia tra istituzioni e sistema sanitario. Ma parallelamente l’Esecutivo pensa bene di crearci problemi venendo meno a doveri fondamentali come garantire la sicurezza e la salute pubblica delle comunità. Va evidenziata la scrupolosa attività della Asl competente che, in via precauzionale, ha effettuato i tamponi sui 42 nuovi migranti, viceversa se ci si fosse fidati delle certificazioni fornite dal Governo nazionale, credo che sia chiaro a tutti cosa avremmo rischiato. Azioni sconsiderate che – torno a ribadire – non tutelano né i cittadini abruzzesi né gli stessi migranti”. “Bene abbiamo fatto, esattamente un mese fa, ad avanzare una risoluzione sul tema, prontamente recepita dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ha presentato alle autorità giudiziarie competenti un esposto denuncia al fine di accertare ogni responsabilità sui mancati controlli sanitari e sulla complessiva gestione dei migranti nella nostra regione. Con la risoluzione, inoltre, si chiede al Governo nazionale di adottare misure idonee a limitare il contagio nei territori, e volte al contrasto dell’immigrazione clandestina come il blocco navale. Di fronte ad un rischio così elevato di diffusione dei contagi, la posizione del Governo nazionale, accompagnata dall’immobilismo del centrosinistra abruzzese, sono di una gravità inaudita, di cui di certo qualcuno dovrà rispondere”.