Violato il cantiere di San Giustino, la denuncia del responsabile della sicurezza. Il sindaco e l’assessore Rispoli: “Gravissimo l’accaduto, c’è il rischio che derivi dal clima di diffidenza e contrasto che regna in città sui lavori. Le istituzioni stanno facendo ciò che devono a tutela della città e del suo patrimonio”
Recinzione divelta nel cantiere della riqualificazione di piazza San Giustino. Stamane la denuncia da parte del coordinatore della sicurezza agli uffici comunali e alla Polizia Municipale: danneggiata la recinzione di cantiere e aperto un vero e proprio varco nel punto situato in corrispondenza dell’angolo di Palazzo Mezzanotte tra la Piazza e via Arcivescovado.
“Si tratta di una situazione gravissima sia che si tratti di un atto di vandalismo, che di altro – così il sindaco Diego Ferrara e l’assessore ai Lavori Pubblici Stefano Rispoli – In ogni caso andremo a fondo alla situazione, analizzando le conseguenze della violazione sul cantiere, dove, com’è noto, sono in corso anche scavi archeologici e, dunque, ci sono reperti che non possono essere toccati da estranei. Violare il cantiere significa danneggiare il lavoro di riqualificazione in corso, ma anche quello che gli archeologi della Soprintendenza stanno portando avanti nonostante il clima di continua polemica e discussione delle loro competenze che si è inspiegabilmente instaurato in città e che taluni stanno irresponsabilmente alimentando.
Ormai da mesi stiamo procedendo ai lavori di riqualificazione in piena e trasparente sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, al fine di assicurare la giusta attenzione e valore a tutto ciò che emerge dagli scavi. Com’è noto si tratta di un cantiere ereditato, che comporta disagi e di grandissima importanza, perché riguarda la piazza principale della città. Per questa somma di ragioni lo abbiamo trattato subito con le dovute cure, instaurando una sinergia istituzionale, peraltro senza precedenti, con l’Ente che ha la massima competenza sul territorio in tema di archeologia e storia, perché Chieti non può restare con la sua piazza principale divelta, così come è necessario che se ad emergere sono impianti importanti di secoli passati, questi vengano valorizzati nella giusta maniera.
Questo è ciò che sta già accadendo, tanto che ufficialmente e con congruo anticipo rispetto alle raccolte fondi lanciate in città nei giorni scorsi, abbiamo chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la possibilità di utilizzare un’importante somma derivante dai ribassi d’asta del cantiere, per avere maggiori risorse da destinare al prosieguo delle attività in corso e attendiamo a breve risposte in tal senso, per poter procedere e avere fondi a sufficienza e agevolmente impiegabili da parte del Ministero, per tutto ciò che servirà.
Questo accadrà nella certezza che “Chieti è di tutti”, ma lo è da sempre e chi governa oggi lo sa bene, tant’è che stiamo cercando di condividere azioni e intenzioni con la città sin dal primo giorno alla guida della città, rispondendo anche alle tantissime istanze che ci arrivano dai cittadini. Sicuramente la città ha bisogno di ritrovare la sua storia.Così come altrettanto sicuramente questa storia deve trovare una collocazione dignitosa e importante nel suo presente. E di certo non saranno le polemiche, i sotterfugi, gli esposti e la resistenza che arriva da una parte minoritaria della cittadinanza a cambiare quella che è già una realtà di piena, consapevole e cristallina collaborazione istituzionale con la Soprintendenza, nata nel rispetto delle rispettive competenze e ruoli. Alla luce di quanto accaduto, il cantiere sarà oggetto di ancora più sensibili attenzioni da parte nostra e di iniziative a tutela sia dei lavori che degli scavi presso gli enti preposti”.