“Forse più di qualcuno non ha capito che il Covid-19 ha provocato un vero e proprio tsunami per la salute mentale. Di certo la risposta non è quella di chiudere il centro Diurno Integrato di via Vespucci a Pescara”. Lo afferma il Presidente dell’Associazione Carrozzine determinate Claudio Ferrante. Le precisazioni della Asl di Pescara.
Sembrerebbe che dal 31 maggio cadrà ogni speranza per la sopravvivenza di questo centro, che ha svolto una funzione importante di vera e propria inclusione sociale, migliorando la qualità della vita dei pazienti.
“Evidentemente per la Regione Abruzzo e per la Asl di Pescara tutto questo non conta e come si fa con i pacchi le persone possono essere dislocate, spostate, trasferite ovunque, senza tenere in considerazione i sentimenti, le emozioni, le ansie, le paure, le preoccupazioni e la loro vita. Persone invisibili, che non possono difendersi e che non riescono a comprendere come le istituzioni si dimostrino così ciniche e spietate.
Avere un centro all’interno della Città, in un luogo centrale, è anche e soprattutto un valore aggiunto, perché in genere queste strutture sono nascoste, quando va bene, in periferia, emarginate dalla collettività.
Ci saremmo aspettati l’ampliamento dei servizi territoriali con una migliore assistenza sanitaria integrata finalizzata alla cura, all’inclusione sociale e lavorativa basata proprio sul principio del rispetto della dignità della persona.Oggi è il centro integrato ad essere chiuso, domani cos’altro? Non ci piace questa scelta e non ci piace questo clima, non vorremmo che fosse l’inizio della fine e che invece di implementare servizi e strutture si cancelli quel poco di buono che si è costruito nel corso degli anni.
A noi non risulta che questa sia una decisione della magistratura, per tanto chiediamo che l’Assessore Regionale alla sanità Nicoletta Verì smentisca la chiusura del centro integrato di Via Vespucci, chiarisca con urgenza tutta la situazione e convochi un tavolo regionale con le associazioni perché è arrivato il momento di occuparsi seriamente della programmazione che riguarda la salute mentale e che metta al centro l’essere umano con tutte le sue debolezze e fragilità”.
E non si è fatta attendere la replica della Asl di Pescara che in una nota precisa quanto segue.
Il centro diurno integrato è stato creato nel 2014, in via sperimentale, prevedendo un’assistenza h 24 e ricoveri di breve durata. Tale tipologia di struttura non è prevista dall’attuale normativa nazionale e regionale, secondo cui sono stabilite quattro tipologie di strutture residenziali psichiatriche ben definite nei contenuti riabilitativi e nei requisiti strutturali e di personale.
L’immobile ove attualmente ha sede il centro diurno integrato di via Vespucci a Pescara, non di proprietà della ASL, ma acquisito con contratto di locazione direttamente dalla cooperativa la rondine, non ha i requisiti strutturali per svolgere attività sanitarie di una struttura con assistenza h 24.
Dovendo garantire la più congrua assistenza ai pazienti presi in carico dalla ASL, nel rispetto della normativa attuale e accertato in fase di espletamento della procedura, in urgenza, per l’affidamento della gestione dei servizi psichiatrici extra-ospedalieri dell’azienda, che la struttura di via Vespucci – centro diurno integrato – non rispondesse, tra l’altro, ai requisiti di nessuna tipologia residenziale attualmente prevista, l’Azienda ha proceduto alla individuazione delle strutture e dei servizi residenziali e semiresidenziali più appropriati in questo momento, con l’intento di reperire a stretto giro tutte le ulteriori strutture necessarie a consentire un’assistenza di qualità in favore della popolazione psichiatrica dell’area urbana pescarese e non solo.