Accusato di corruzione per aver ricevuto una presunta mazzetta per i puntellamenti di un palazzo danneggiato dal sisma del 2009, l’ex vicesindaco dell’Aquila Roberto Riga rinuncia alla prescrizione nell’ambito del processo “Do ut des”.
Fu un’inchiesta che fece vacillare la giunta Cialente e che si tradusse con le dimissioni dell’allora vicesindaco Roberto Riga. Parliamo di “Do ut des”, l’inchiesta su presunte irregolarità negli appalti per la ricostruzione, in particolare sui puntellamenti per la messa in sicurezza di due palazzi del centro storico nell’immediato post-sisma del 6 aprile 2009. Nel processo sono imputati anche gli ex assessori comunali Pierluigi Tancredi e Vladimiro Placidi oltre all’ex vice sindaco Riga, accusato – quest’ultimo – di aver ricevuto una mazzetta di 10mila euro per un puntellamento.
E mentre per tutti gli imputati e i relativi reati contestati è scattata la prescrizione (i fatti vengono collocati dall’accusa al 2010), Riga ieri a sorpresa nell’udienza al tribunale dell’aquila ha rinunciato alla prescrizione, una decisione che cade proprio nei giorni in cui il dibattito a livello nazionale si scalda proprio sul tema della riforma della giustizia e sull’abolizione della prescrizione. La sentenza finale si terrà a marzo.
Intanto ieri Agostino Marcon, il grande accusatore su cui si reggeva tutta l’accusa che nella precedente udienza è passato dalla condizione di testimone a quella di imputato avendo riferito di aver consegnato la tangente a Tancredi, che poi la portò a Riga si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il processo, dunque, non arriverà neanche alla sentenza di primo grado.
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