I sindaci del fronte del no al caropedaggi svelano il decreto interministeriale che sospende in maniera “arbitraria” gli aumenti. Prima riunione del tavolo istituzionale il 14 marzo a Carsoli.
Per ora il temuto aumento dei pedaggi autostradali nei tratti delle autostrade A24 e A25 gestiti da Strada dei Parchi non è scattato. Il 28 febbraio, infatti, è terminata la sospensione degli aumenti dei pedaggi, decisione presa autonomamente da Strada dei Parchi (che ne ha facoltà essendo il concessionario autostradale) alla fine di dicembre per frenare l’aumento stabilito dal ministero dei Trasporti. Tutto resta così com’è perché il Governo con un decreto interministeriale di Mit e ministero delle Finanze, all’indomani della decisione di Strada dei Parchi, ha stabilito che la sospensione durerà fino a giugno.
Un decreto interministeriale misterioso a dire il vero, del quale non c’è traccia sui siti dei due ministeri ma che i sindaci hanno ottenuto con un lavoro di ricerca durato settimane. Nel testo del decreto – all’ultima pagina – si legge che
l’aggiornamento tariffario applicabile dal 1° gennaio 2019 risulta sospeso sino alla data del 30 giugno 2019
dunque confermando l’aumento e che
le tariffe applicabili alla concessionaria Strada dei Parchi spa sino ad allora risultano invariate e corrispondenti a quelle applicate alla data del 31 dicembre 2017, nelle more del perfezionamento della procedura di revisione del Piano economico finanziario.
Piano – è bene ricordare – che come sottolinea la concessionaria non è ancora stato affrontato dal Governo nonostante le sollecitazioni della società autostradale. La sindaca di Carsoli Velia Nazzarro, avvocata portavoce del gruppo dei sindaci laziali e abruzzesi in sommossa contro il caropedaggi da oltre un anno, sottolinea come
la decisione del Mit e del Mef di sospendere gli aumenti sia arbitraria, stabilita con un decreto non condiviso e non concordato con la concessionaria autostradale, un passaggio insomma che non è contemplato nella convenzione tra società e Governo italiano e che per questo potrebbe aprire alla possibilità di un ricorso da parte di quest’ultima.
Se Strada dei Parchi, come è già successo in passato nei confronti del decreto dell’ex ministro Lupi, decidesse di ricorrere ai giudici, si potrebbe tornare sin da subito a pagare gli aumenti. Insomma, a rimetterci sarebbero i cittadini. Che, fa notare Nazzarro, sarebbero dobbiamente beffati. Ecco il motivo: al primo articolo del decreto il ministero riconosce gli aumenti, ma semplicemente rinvia a giugno la loro entrata in vigore sostenendo che i minori ricavi conseguiti dal concessairo per effetto della sospensione tariffaria risulteranno recuperati attraverso la revisione del Pef: insomma, si tratterebbe sempre di soldi di tutti i cittadini.
Una mossa, denuncia la portavoce dei sindaci, che il ministro Danilo Toninelli ha messo in piedi
“soltanto per salvare le apparenze, perché, di fatto, a oggi il problema non è mai stato affrontato concretamente. Vogliamo risposte che arrivino alla radice della questione”, spiega Nazzarro.
Di fronte all’immobilismo del Governo e al silenzio di Toninelli che da mesi non risponde alle lettere dei primi cittadini, questi ultimi alzano il tiro. E con un atto di determinazione – per non dire di forza – fanno il primo passo verso la costituzione di quel tavolo istituzionale richiesto da 15 mesi, in cui mettere a confronto finalmente tutte le parti in causa. E convocano per il primo incontro del costituendo tavolo – per il 14 marzo alle 17 nella sala consiliare del Comune di Carsoli – il ministro dei Trasporti Toninelli, la concessionaria Strada dei Parchi, i due presidenti di Regione Nicola Zingaretti per il Lazio e Marco Marsilio per l’Abruzzo e il segretario dell’Autorità dei trasporti che ha competenze tariffarie.