Quasi la metà dei lavoratori dell’Usra, l’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila, lavora da casa.
Sono 25 su 60 i dipendenti che in un contesto di emergenza e di precauzione massima per arginare l’espandersi dell’epidemia del Coronavirus, hanno scelto il cosiddetto smart working. A voler adottare una misura così importante e radicale è stato il responsabile dell’ufficio, Salvatore Provenzano. Chiusi anche gli sportelli di front-office almeno sino al 15 marzo, una data che presumibilmente sarà posticipata dopo l’entrata in vigore, a partire da questa mattina, del decreto del presidente del Consiglio dei ministri sulle “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza da Covid-19, applicabili sull’intero territorio nazionale”.
Per qualsiasi informazione sulle pratiche della ricostruzione, dunque, i cittadini devono chiamare i numeri di telefono dell’Usra, evidenti in home page. Restano aperti normalmente gli uffici per il protocollo dei progetti. La decisione di consentire il telelavoro, alleggerendo anche le presenze nella sede dell’Usra, è stata presa perché diversi tipi di attività si possono svolgere da casa, per via telematica, ad esempio l’istruttoria delle pratiche, e a ciascun lavoratore specifico è stata assegnata una pratica che dovrà essere portata a termine entro venerdì 13 marzo. L’obiettivo è non rallentare l’attività dell’ufficio, perché la ricostruzione non si può fermare, ma ridurre le occasioni di contatto tra i lavoratori e tra questi ultimi e persone che arrivano dall’esterno.
Intanto polemiche per la chiusura degli uffici comunali della Ricostruzione, con alcuni utenti che lamentano l’impossibilità di parlare con il personale: “In questo modo – dicono alcuni – la città si fermerà”.