L’Aquila, degrado e abbandono: la protesta delle frazioni parte da Sassa

Un flashmob per smuovere l’amministrazione comunale e tutte le istituzioni dal “torpore” e indurle ad avviare “una nuova fase di confronto” per affrontare il degrado e l’abbandono delle frazioni dell’Aquila.

Rifiuti mal gestiti, progetto Case senza i necessari interventi di manutenzione e pulizia e dove da anni esistono alcuni alloggi evacuati perché non agibili e consegnati al degrado e ai ladri. E poi viabilità pericolosa che rende invivibile la frazione di Sassa e l’ex scuola media lasciata marcire tra le intemperie e la dimenticanza. Sono soltanto alcuni dei punti al centro della manifestazione organizzata da 14 associazioni cittadine, che si sono date appuntamento al progetto Case di Pagliare di Sassa, per avviare un percorso di vera partecipazione tra l’amministrazione e i cittadini.

Ma la lista delle cose che non vanno è molto più lunga, dai cimiteri lasciati incolti al progetto di un depuratore atteso da anni e sparito in chissà quali cassetti dell’amministrazione comunale. E come dimenticare, poi, quello che sarebbe dovuta diventare una galleria commerciale e invece è una grande e inspiegabile incompiuta: l’ex Sercom. Un destino, quello del degrado urbano, sociale e ambientale, come sostengono le associazioni, comune a tutte le frazioni. Da oggi, dicono i cittadini, l’amministrazione deve cambiare passo.

I

L SERVIZIO DEL TG8:

https://www.youtube.com/watch?v=U7rKHYiFG_w

Intanto, proprio a Sassa, sono state raccolte più di 1.500 firme per chiedere la rimozione e una differente localizzazione dell’antenna della telefonia mobile installata davanti la chiesa di San Paolo Apostolo.

IL “DOCUMENTO COLLETTIVO D’INDIRIZZO” DELLE ASSOCIAZIONI:

Le seguenti associazioni, operanti sul territorio aquilano, intendono condividere le linee generali di
indirizzo contenute in questo documento con i cittadini, le associazioni e le amministrazioni, con la
volontà solidale di mantenere viva l’attenzione dell’amministrazione pubblica sul degrado urbano,
paesaggistico, socio-culturale e ambientale presente sul territorio e con particolare riferimento alle
frazioni.
Perciò ci raccogliamo attorno ad una proposta collegiale di monitoraggio e intervento, iniziando dal
basso un percorso di sensibilizzazione civica sui problemi rilevati ed invitando cittadini, associazioni e
movimenti a partecipare alle nostre manifestazioni ascoltando, condividendo e cooperando insieme.
Questo documento vuole pertanto iniziare un percorso di progettazione partecipata, raccontando
chi siamo noi e a chi ci rivolgiamo, cosa vogliamo fare, come e perché.
Le associazioni Fr.Azioni Fra.Intese, Paesi Nostri, Italia Nostra L’Aquila, condotta Slow Food L’Aquila,
Circolo Legambiente Abruzzo Beni Culturali, Pro Natura L’Aquila, Rifiuti Zero Abruzzo, Circolo
Querencia, Casematte 3.32, Comitato Oltre il MUSP, AC Amiternum Onlus, Osservatorio Nord-Ovest,
Archeoclub L’Aquila, Pro Loco di Coppito chiedono, a chi in questo momento si trova a vivere la città,
di raccogliere l’invito.
Il degrado ambientale-urbano-paesaggistico-socioculturale, che ogni giorno viviamo, appare
presente su tutto il territorio, ma in forme e tipi non sempre simili. Per questo vogliamo cominciare
da un luogo in particolare: Sassa, per poi toccare altri punti significativi sul territorio.
Certo degrado è presente da anni, ma col passare del tempo è cambiato, peggiorando e aumentando
di forma e tipo. In ogni parte del territorio in cui il degrado si manifesta, va considerato e affrontato
nel suo contesto e condividendo le istanze locali, intervenendo successivamente con azioni a breve
e lungo termine.
Iniziando da Sassa. Preme rilevare che manca qualunque forma di ascolto e partecipazione,
mancando le amministrazioni ogni invito in tal senso. E così le frazioni soffrono di tutti i problemi
della marginalità e dell’abbandono, amministrativo e sociale.
Manifestiamo perché ci sia maggiore attenzione e rispetto nei confronti dei problemi che vengono
presentati e la volontà di essere sui territori con la disponibilità ad incontrare i residenti.
Ad oggi a Sassa riscontriamo nuove criticità, che insieme alle vecchie aumentano disagi e penalizzano
il decoro urbano, la sicurezza dei cittadini, strutturale e sociale, la qualità della vita. Andando per
punti, questi sono gli spazi di maggiore degrado:
1. Spazio abbandonato numero 1: ex-Sercom. La struttura abbandonata ed utilizzata
dall’Amministrazione in parte come deposito è un “non luogo”. Vi proponiamo un tavolo di
confronto permanente, partecipato e condiviso con tutta la città, per l’ex-Sercom:
un’occasione di ascolto e incontro con le persone, intorno ad un grosso problema che
coinvolge un’area estesa, soggetta a vincoli, con un parco paleontologico ed un’area
residenziale
2. Spazio abbandonato numero 2: ex scuola media, Sassa Scalo. Vi proponiamo un patto di
collaborazione per il recupero del giardino della ex scuola media di Sassa Scalo, il recupero
della palestra agibile e una perimetrazione (realizzata dai cittadini) dell’edificio inagibile: è un
polo strategico, oggi più che mai per una parte di città in cui la popolazione cresce così come
cresce il disagio anche per la mancanza di uno spazio pubblico in cui fare aggregazione;
3. Spazio abbandonato numero 3: cimiteri. Necessitano prima di tutto di manutenzione
ordinaria, tutt’altro che complessa o costosa: sfalcio dell’erba, pulizia e controllo. Da soli non
riusciamo ad eseguire queste operazioni, nonostante la buona volontà di tanti cittadini;
4. Spazio abbandonato numero 4: Progetto CASE. La mancanza da parte dell’Amministrazione
comunale dei periodici interventi, del controllo e della manutenzione hanno portato
nell’ultimo anno a nuove forme di degrado ed alla vandalizzazione degli alloggi delle piastre
evacuate. Alcuni alloggi del pian terreno di quest’ultime sono stati forzati e le porte di accesso
aperte: mobili portati fuori, danneggiati o rubati. Tutto ciò a discapito del decoro e della
sicurezza di chi vive nell’intorno;
5. Spazio abbandonato numero 5: fiume e boschi. La mancanza di una rete fognaria e di un
depuratore sta causando da anni una vera e propria emergenza ambientale: sversamenti di
liquami e acque nere direttamente nel fiume Rajo e nelle zone boscate delle frazioni alte. Il
degrado ambientale che ne deriva ci espone tutti, la salubrità pubblica è compromessa.
Inoltre espone l’Amministrazione e la GSA a pesanti multe da parte della Comunità Europea.
La cantierizzazione del depuratore è rimasta bloccata presso il settore urbanistico per motivi
ignoti: eppure la gara d’appalto è stata aggiudicata lo scorso anno e la ditta vincitrice ad oggi
ancora non inizia i lavori;
6. Spazio abbandonato numero 6: la strada, via L’Aquila-Sassa e via della Stazione. Viviamo la
penosa condizione della viabilità, che ormai tutti conoscono da anni, e negli ultimi mesi è
ancora peggiorata. Eppure abbiamo prodotto (cittadini, CTP e associazioni), durante la
precedente amministrazione, un master-plan che include una nuova viabilità, adottata anche
dal preliminare del nuovo PRG. A proposito: ma che fine ha fatto il nuovo PRG? In un anno
nessun amministratore ha mai accennato al nuovo “Piano Regolatore Generale”;
7. Spazio abbandonato numero 7: aree raccolta rifiuti. Appestano l’aria e offendono la vista.
Queste aree vengono usate impropriamente e in continuazione: da chi non ha voglia di fare
la differenziata, da chi non ha voglia di liberarsi di rifiuti speciali o ingombranti nelle sedi
opportune. Abbiamo bisogno della raccolta differenziata, spinta e di maggiore controllo.
Abbiamo bisogno di un’area di raccolta per gli ingombranti: circolano voci sull’intenzione di
farne una nella zona Ovest. Ci aspettiamo un incontro partecipato, di condivisione e ascolto
per evitare un posizionamento arbitrario, nella localizzazione, nella tipologia e nell’uso;
8. Spazio abbandonato numero 8: l’antenna ripetitore posta dinanzi la chiesa di San Pietro a
Pagliare di Sassa, architettura del XII secolo su sito preromano, sottoposta a vincolo
paesaggistico dalla Sovrintendenza;
9. Spazio abbandonato numero 9: il nucleo industriale di Sassa rappresenta il fallimento di
quell’idea e della gestione stessa: capannoni costruiti, poi lasciati vuoti e abbandonati; strademarciapiedi-lotti
privi di manutenzione; nel nucleo ci sono lotti utilizzati come depositi i
materiali di ogni genere, così pure in alcune aree (vedi Foce di Sassa) della circoscrizione
vengo usate come discariche abusive;
10. Frazioni lasciate prive di Piani di Ricostruzione e prospettive per il dopo ricostruzione: quale
destino per i tessuti storici? Verranno preservati o demoliti e cancellati come già molti dicono
e lasciano intendere?
Proponiamo di adottare la partecipazione, vera e autentica, come metodo privilegiato di gestione del
territorio, di recupero del degrado sociale e del disagio territoriale. I metodi di pianificazione e
progettazione partecipata coltivano la cultura dell’ascolto, della condivisione, dell’integrazione e
della cooperazione: promuovono la fiducia, che è alla base di un rapporto interrotto da decenni.
Invitiamo le compagini di partito, le sigle sindacali e i rappresentanti istituzionali, primi fra tutti il
Sindaco e gli Assessori del Comune dell’Aquila, i Presidenti di Provincia e Regione, i rispettivi Consigli
tutti, a partecipare alla nostra manifestazione, ascoltare le nostre istanze e a condividere le nostre
proposte.

Marianna Gianforte: