Dopo l’annuncio della stipula di un accordo vincolante tra LFoundry e Jiangsu, questa mattina tavolo di confronto tra la multinazionale e i sindacati nella sede di Confindustria all’Aquila.
L’annuncio della stipula di un accordo vincolante per il quale il 100% delle quote di LFoundry viene venduto a Jiangsu Technology, gruppo cinese che opera nel settore dell’High-Tech e che ha come business principale la ricerca, il design e lo sviluppo di nuovi chip in ambito power, è di qualche giorno fa.
Un nuovo punto di partenza per la grande multinazionale di Avezzano che da diversi mesi vive una fase delicata di cambiamento aziendale dopo diversi anni di matrimonio con Smic (Semiconductor manufacturing international corporation). La compravendita con la l’acquirente cinese Jiangsu non è ancora definitiva, ma l’accordo vincola appunto le due multinazionali fino a giugno. Oggi dunque è soltanto l’inizio di un delicato percorso verso quella che il vice presidente di Lfoundry, Sergio Galbiati, ha definito “una nuova era” per una delle più grandi e importanti aziende d’Abruzzo.
Lfoundry, specializzata nella produzione di semiconduttori e circuiti integrati, si trova così ad affrontare una nuova fase di cambiamenti che coinvolge in un grande sforzo collettivo, tutti i suoi circa 1.500 dipendenti, da dicembre in contratto di solidarietà. Sacrifici che riguardano anche i dirigenti, che hanno ridotto i propri stipendi.
L’accordo prevede il mantenimento dell’attuale livello occupazionale, ma i dettagli di un futuro “matrimonio” tra LFoundry e la cinese Jiangsu dovranno essere costruiti nei prossimi mesi, come spiega il vicepresidente delle Risorse umane di LFoundry, Fabrizio Famà, che questa mattina ha partecipato con i sindacati a un tavolo di confronto nella sede aquilana di Confindustria.