Il direttore regionale della Confcommercio Cioni si appende al balcone della sua abitazione in località Acquasanta per protestare contro e i “burocrati” che lasciano inascoltati i commercianti e i piccoli imprenditori che dovranno restituire 80 milioni di tasse sospese nel post-sisma.
Un calvario, una lotta impari contro la burocrazia, o meglio quella che Celso Cioni, direttore regionale della Confcommercio Abruzzo, definisce “burofollia”. La follia dei funzionari che ai livelli più alti delle istituzioni e della pubblica amministrazione, restano sordi ai problemi delle persone, in nome del rispetto dei bilancio e delle norme.
Così questa alle 7,30 Cioni ha deciso di appendersi al balcone della sua casa, questa volta per alzare i toni su una vicenda che non trova soluzione da tre anni: quella della restituzione delle tasse sospese dopo il sisma e che ora l’Europa richiede indietro perché ritiene aiuto di Stato un provvedimento voluto dall’allora Governo Berlusconi per aiuterà il tessuto imprenditoriale in sofferenza dopo il terremoto. Due giorni fa è arrivata la bocciatura della proroga del termine ultimo per la restituzione delle tasse, con la battaglia che si è spostata nelle aule parlamentari, e le imprese piombano di nuovo nell’incertezza del loro futuro.
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