Dopo l’iscrizione della transumanza e dell’alpinismo nella lista del patrimonio immateriale dell’Unesco (candidature transnazionali), si attende per oggi il responso del comitato riunito a Bogotà sull’unica candidatura italiana: la Perdonanza celestiniana.
Sono due percorsi differenti.
La transumanza, la tradizionale pratica pastorale di migrazione stagionale del bestiame lungo i tratturi e verso condizioni climatiche migliori, è stata iscritta, all’unanimità, nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. La notizia arriva dal Comitato intergovernativo a Bogotà, in Colombia riunito proprio in questi giorni.
Non solo, l’Italia ha ottenuto anche l’iscrizione dell’Alpinismo nella lista dei beni immateriali dell’Unesco. In entrambi i casi si tratta di candidature transazionali, presentate da diverse nazioni, e anche l’aquila e l’Abruzzo sono interessati con la transumanza (praticata soprattutto tra Molise, Abruzzo e Puglia, Lazio, Campania, oltre alle regioni del nord), e l’alpinismo che vede un ruolo centrale anche del nostro Gran Sasso. Come ha ricordato il sindaco Pierluigi Biondi:
L’Aquila contiene nella sua storia secolare figure di primo piano come Francesco De Marchi, che ha aperto proprio sul Gran Sasso la via alle prime esplorazioni scientifiche in territorio italiano.
Fiato sospeso invece per l’ultimo pronunciamento dell’Unesco che riguarda l’Italia, il più atteso: quello sulla Perdonanza celestiniana. Il responso arriverà oggi e tutto sembra andare per il meglio, come spiega responsabile progetto Unesco e portavoce del comitato Perdonanza celestiniana Massimo Alesii.