A Ortona i Carabinieri, impegnati in un servizio di controlli anticovid, sanzionano un barista che serviva clienti al banco dopo le 18.
I controlli hanno riguardato il centro di Ortona con i bar aperti sul Corso e a Porta Caldari, le Marine di Fossacesia e San Vito Chietino. A fronte di un barista sanzionato, perché serviva i clienti al banco dopo le 18, è stato rilevato il rispetto dell’uso delle mascherine, del distanziamento sociale e più in generale dell’attuale Dpcm.
La compagnia dei carabinieri di Ortona nella serata di sabato scorso ha svolto un servizio dedicato a evitare il dilagare della pandemia da Covid-19. Una dozzina di carabinieri hanno effettuato controlli dei locali pubblici del centro di Ortona con particolare riguardo a quelli che si affacciano lungo Porta Caldari e corso Vittorio Emanuele II e alle Marine di Fossacesia e San Vito Chietino.
Mentre è stato rilevato il pressoché totale utilizzo delle mascherine e il rispetto del distanziamento sociale, particolare attenzione è stata rivolta agli esercizi pubblici, in particolare i bar nell’orario dell’aperitivo. In tutto sono stati una ventina i locali controllati; tranne in uno dove il gestore è stato sanzionato perché serviva i clienti al banco dopo le 18 senza far rispettare il distanziamento sociale, nei restanti locali è stato riscontrato che la presa di coscienza di gestori e cittadini è sempre più sentita, in quanto gli avventori erano ben distanti tra loro e indossavano la mascherina.
Particolarmente sentito è stato il fine preventivo dei controlli con riguardo alle fasce più giovani della popolazione, con cui i Carabinieri si sono soffermati a lungo a dialogare per far comprendere, ulteriormente, l’importanza dell’uso della mascherina, dell’igiene delle mani e del distanziamento sociale.
«Anche a seguito dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm, che prevede misure più stringenti, i controlli saranno più frequenti e capillari; si rivolge l’invito a tutti i cittadini a contattare il numero di pubblica utilità 112 per ricevere risposte alle più disparate domande, come già riscontrato durante il noto lockdown della primavera scorsa.»