Dal Tribunale di Chieti condanne e assoluzioni per Di Ilio e Del Vecchio nel processo agli ex vertici dell’ateneo d’Annunzio.
Il Tribunale di Chieti ha condannato l’ex rettore dell’università d’Annunzio Carmine Di Ilio a un anno e 4 mesi di reclusione per abuso d’ufficio e falso ideologico e l’ex direttore generale dell’ateneo Filippo Del Vecchio a un anno di reclusione per falso ideologico. In entrambi i casi il falso è stato riqualificato rispetto all’imputazione originaria di falso materiale. Per entrambi pena sospesa e non menzione e condanna a risarcire i danni in separata sede all’università che è parte civile.
Di Ilio e Del Vecchio, entrambi presenti in aula, sono stati invece assolti perché il fatto non sussiste da tutti gli altri reati loro contestati che vanno, a seconda dei fatti contestati, dall’abuso d’ufficio al falso materiale alla violenza privata all’usurpazione di funzioni pubbliche.
In sostanza, Di Ilio è stato condannato per il decreto con il quale, senza avvisarlo sulla sua incompatibilità, al professor Luigi Capasso venne revocata la nomina a componente del Cda. E così, secondo l’accusa, Capasso, che era anche direttore del Museo universitario, non fu messo nelle condizioni di optare fra le due cariche e gli fu arrecato un danno patrimoniale ingiusto dal momento che l’università pretese da lui la restituzione delle indennità percepite quale componete del Cda. Una situazione della quale, sempre secondo l’accusa, avrebbe tratto vantaggio Del Vecchio poiché, estromesso Capasso, non fu possibile portare avanti il procedimento disciplinare che avrebbe potuto portare alla revoca dell’incarico al Dg. Del Vecchio per lo stesso reato, in concorso, è stato assolto.
L’ex Dg e l’ex rettore sono stati entrambi condannati per il falso nello schema di convenzione con il Provveditorato alle opere pubbliche Lazio Abruzzo e Sardegna: nell’atto falsificato, e dunque difforme da quello deliberato dal Cda dell’ateneo, secondo l’accusa venne inserito l’affidamento al Provveditorato delle fasi di progettazione, collaudo e direzione lavori delle opere di edilizia universitaria previste nel piano triennale 2015-2017 e che erano espressamente escluse dalla convenzione deliberata dal Cda.
L’inchiesta coordinata dal pm Giancarlo Ciani, che aveva chiesto la condanna per entrambi a 2 anni e 8 mesi, prese le mosse da una denuncia presentata da Capasso, e portò nel marzo 2017 all’emissione di un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici della durata di 6 mesi che di fatto determinò l’estromissione di Di Ilio e Dal Vecchio dall’ateneo abruzzese.
I legali dei due imputati, gli avvocati Vittorio Manes e Donato di Campi per Di Ilio, e Stefano Rossi per Del Vecchio hanno annunciato ricorso in Appello: le motivazioni saranno depositate fra 90 giorni.