I guardiaparco del Pnalm fermano e denunciano un 45enne del Frusinate, sorpreso dopo aver raccolto 5 kg di tartufo nero nel territorio del Parco.
Dopo un’accurata attività di indagine, che si è avvalsa di appostamenti e di un drone, i guardiaparco dei reparti di Opi e Pescasseroli nei giorni scorsi sono riusciti a bloccare un 45enne, residente a San Donato Val Comino (FR), mentre in località la Parruccia di Gioia dei Marsi si accingeva a rientrare presso la propria autovettura con due cani al seguito e il classico vanghello da tartufi.
Svuotando le tasche del suo gilet, l’uomo ha mostrato ai guardiaparco un’incredibile quantità incredibile di tartufo nero invernale: 5 kg sequestrati e consegnati, come prevede la norma, alle residenze sanitarie assistenziali di Alfedena e Barrea.
Dopo l’accertamento il 45enne è stato condotto presso gli uffici della sorveglianza del Parco a Pescasseroli, dove gli sono state contestate le innumerevoli violazioni che era riuscito a commettere: dalla raccolta abusiva del tartufo, che nel Parco può essere fatta solo da persone autorizzate e all’interno del proprio territorio di residenza, alla raccolta di un quantitativo oltre le norme, che può essere al massimo di 2 kg a persona al giorno. Ma i Guardiaparco hanno contestato all’uomo anche altre violazioni: dalle norme in materia di Covid 19, perché l’Abruzzo è zona rossa e l’uomo non avrebbe dovuto muoversi dal suo Comune di residenza nel Lazio; alla violazione della norma sull’uso dei sentieri, non essendo autorizzato non poteva uscire dai sentieri né tantomeno girare coi cani; fino alla denuncia per danneggiamento di habitat naturali, visto che per raccogliere 5 kg in una sola giornata l’uomo ha necessariamente danneggiato l’habitat che ospita il pregiato tubero.
«È un episodio gravissimo che denota il totale disprezzo di tutte le norme esistenti e un atteggiamento di profonda ignoranza verso una risorsa naturale importante e pregiata, che rischia davvero di essere compromessa dalla raccolta esagerata e senza criteri», ha dichiarato Luciano Sammarone, direttore del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. «Né può valere in alcun modo la crisi derivante dall’epidemia, perché il signore in questione, che vive in un paese del Parco, avrebbe potuto anche “accontentarsi” di aver violato le norme di base, ovvero la raccolta senza autorizzazione e fuori dal territorio di competenza. Invece è andato molto oltre, raccogliendo ben 5 kg di tartufo, tra l’altro in un’area delicata e in una stagione autunnale non proprio ottimale per il tartufo, vista la scarsità di precipitazioni.
Siamo abituati a considerarli solo una risorsa enogastronomica costosa, mentre a livello ipogeo, i tartufi svolgono un ruolo importante per il trasferimento dei nutrienti tra piante anche differenti in un’articolata e vasta rete di interscambio, ancora da “decifrare” totalmente, proprio per la complessità delle diverse componenti in gioco.»
I controlli andranno avanti anche grazie alla sinergia tra il servizio di sorveglianza del Parco e i Carabinieri forestali del reparto Parco di Pescasseroli, che in questi giorni sono impegnati su più fronti.