Oltre 35 milioni di euro, stanziati dopo il terremoto con una delibera Cipe, per costruire una sede unica dei servizi comunali in una zona – quella tra via XXV Aprile e la stazione ferroviaria, a ridosso delle mura urbiche che delimitano il centro storico, che avrebbe dovuto cambiare il profilo della città al suo ingresso ovest.
Questo, almeno, nelle intenzioni dell’ex amministrazione comunale. Il progetto era stato ricompreso nel Piano di ricostruzione votato dal Consiglio comunale 5 anni fa e su cui era stato avviato anche un concorso internazionale di progettazione, ma di cui non si sa più nulla. Tutto bocciato dall’amministrazione Biondi, che per la sede del Comune pensa ad altre collocazioni non ancora individuate.
E il rischio che lo Stato voglia indietro i suoi soldi per destinarli ad altre urgenze, è sempre più concreto. A difendere il progetto – sollecitando anche una chiara presa di posizione – è l’ex assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, che ricorda anche come il piano di una sede unica dei servizi al posto dell’autoparco, avrebbe dovuto essere il punto di partenza per un intervento sul fosso idrico di San Giuliano (al quale sono destinati 4 milioni di euro) e la rimozione dell’amianto dall’ex autoparco.
Secondo il progetto dell’ex amministrazione Cialente la “sede dei servizi” avrebbe dovuto essere una struttura dedicata, appunto, ai servizi al cittadino, dove poter parcheggiare la macchina, sbrigare le proprie pratiche e poi andar via in modo comodo. Uno spazio che avrebbe dovuto accogliere tutti gli uffici comunali che in centro non ci sono mai stati, né possono andarci per carenza di spazi. Ad esempio, quelli dell’Urbanistica, dei Lavori pubblici, dei servizi al cittadino, come l’Anagrafe e il Sociale.