Decisioni prese da pochi, scarsa condivisione con gli iscritti, una gestione “personalistica e quindi poco corale” da parte dei vertici: è in rivolta il Comitato piccole imprese di Confindustria dell’Aquila, presieduto da Luca Sciotti.
Una denuncia messa nera su bianco in una lettera inviata al presidente Marco Fracassi e al direttore, Carlo Imperatore. L’accusa dei ribelli è di non essere coinvolti nelle decisioni verticistiche, come quella di aver rifiutato la fusione con le altre associazioni di industriali abruzzesi, puntando alla rottura e alla suggestiva ma complicata scelta di un’alleanza con Roma. Una protesta che nasce da lontano e che ha preso forma per diversi motivi nel tempo, come per la gestione dei fondi Qip (per interventi di microfinanza a fondo perduto per un totale di 410 mila euro) dedicati a nuove iniziative imprenditoriali con sede nei Comuni del cratere, la rendicontazione del “conto Rivisondoli” e il recesso da Confindustria di Lfoundry, pochi mesi fa, azienda di primaria importanza per il territorio aquilano. Tra gli imprenditori che hanno firmato la lettera anche Ezio Rainaldi, in passato presidente del Tsa, il Teatro stabile d’Abruzzo.
A firmare la nota sono gli imprenditori Maurizio Fioravanti (Gruppo Fioravanti), Dino Di Fabio (Sodifa), Ezio Rainaldi (Vibrocementi L’Aquila), Francesca Pompa (One Group), Guido Cantalini (Solarplan) e Luigi Silvestri (Silver Service). Tra le richieste, quella a Imperatore “di rivedere e di rimettere nuovamente al Consiglio Direttivo le rappresentanze da egli stesso ricoperte”.
“Sia chiaro che il fine dei firmatari – si legge nella lettera – è quello di far sì che Confindustria possa superare questo difficile momento mettendo da parte i personalismi e far sì che gli imprenditori tornino al centro dello sviluppo del territorio soprattutto abruzzese”.
Il servizio del Tg8: