In Abruzzo gli aventi diritto alla prima tranche di vaccini anticovid sono 29 mila: c’è tempo fino alle ore 18 di venerdì 18 dicembre 2020 per registrare la propria adesione volontaria.
Personale sanitario delle strutture pubbliche e private accreditate, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacisti, veterinari e sanitari operanti nelle Rsa e nelle case di riposo, compresi gli ospiti delle strutture: sono le categorie che, con l’avvio della campagna vaccinale anticovid a marchio Pfizer, avranno la precedenza sull’immonizzazione al virus che ha generato la pandemia. È questo il campione iniziale di 29 mila persone, corrispondenti agli aventi diritto e per i quali già tra il 10 e il 15 gennaio l’Abruzzo potrebbe ricevere tra 26 e 27 mila dosi, pari a circa il 90% del calcolo anagrafico, con uno scarto corrispondente a possibili dinieghi, essendo il vaccino su base volontaria.
Per avere un quadro dai confini più certi, è stata attivata un’apposita piattaforma telematica regionale, raggiungibile sul portale sanità della Regione Abruzzo ( https://sanita.regione.abruzzo.it/canale-prevenzione/vaccini/covid-19/interesse-os ), che raccoglierà le adesioni, che non saranno vincolanti, alla vaccinazione tra le categorie con precedenza: su indicazioni ministeriali, la candidatura va formalizzata entro le ore 18 di venerdì 18 dicembre 2020. Scaduti i termini per l’adesione, la piattaforma rimarrà comunque attiva fino al 31 dicembre, ma la somministrazione delle dosi rispetterà la precedenza acquisita con le registrazioni effettuate entro il 18. Il sistema digitale di adesione consentirà di gestire al meglio la prima fase della campagna vaccinale, stabilendo le procedure e assicurando a tutti la copertura attraverso l’ottimizzazione delle risorse a disposizione, come ribadito anche dall’assessore regionale alla sanità, Nicoletta Verì.
A coloro che aderiranno a questa prima indagine conoscitiva sulla piattaforma digitale saranno comunicate dalla propria Asl di riferimento le modalità e il foglietto illustrativo della vaccinazione, propedeutici alla sottoscrizione del consenso informato, in modo da avere un quadro chiaro del numero preciso di persone da sottoporre alla campagna di immunizzazione al Covid 19.
Il cronoprogramma prevede che entro settembre 2021 il 70% della popolazione abruzzese sia coperta da vaccino, così come annunciato nei giorni scorsi da Claudio D’Amario, direttore del dipartimento sanità della Regione Abruzzo. Dopo gli operatori sanitari, la priorità sarà infatti data agli anziani ultraottantenni, poi alle persone tra 60 e 79 anni e a quelle con più malattie croniche, seguite dai lavoratori delle forze di polizia e dagli insegnanti; da ultimo toccherà ai più giovani.
Dopo questa prima partenza e più specificamente in primavera potrebbero però arrivare anche altre forniture di altre aziende diverse dalla Pfizer, che amplierebbero così i confini sanitari entro cui operare, consentendo di giungere prima a una copertura esaustiva.
Sul fronte puramente operativo, lo stoccaggio del vaccino del colosso Pfizer in Abruzzo farà capo presumibilmente ai quattro ospedali dei capoluoghi di provincia, per ragioni legate alla conservazione del preparato a -75 gradi. Secondo quanto predisposto a livello governativo le equipe che dovranno occuparsi della somministrazione saranno composte da almeno un medico, tre infermieri, un ausiliario e un amministrativo per gestire la parte burocratica, compreso anche il richiamo del vaccino che dovrà essere inoculato dopo 19-23 giorni dalla prima iniezione. Fare riferimento ai grandi ospedali significa inoltre avere più spazi a disposizione per gestire i tempi di attesa e monitorare i pazienti dopo la somministrazione del vaccino, così da poter intervenire tempestivamente in caso di reazione allergica.
Intanto, dopo la scadenza fissata per domani pomeriggio, venerdì 18 dicembre 2020, lunedì si potranno avere dati più certi sul numero delle adesioni volontarie alla campagna vaccinale anticovid, registrate sulla piattaforma digitale regionale. Poi, numeri alla mano, sarà possibile anche stabilire l’esatta ridistribuzione delle dosi tra le quattro Asl provinciali.