Per l’aggressione al 18enne avvenuta nell’area della vecchia stazione di Lanciano è stata emessa una misura cautelare nei confronti di un quattordicenne, affidato a una comunità educativa.
I Carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Lanciano hanno notificato un ordine di esecuzione di misura cautelare nei confronti di un 14enne di Lanciano (Chieti), coinvolto nell’aggressione a un 18enne, avvenuta il 17 ottobre scorso nei pressi della vecchia stazione di Lanciano. Il quattordicenne, in concorso con due coetanei e poi con il supporto di due maggiorenni, tutti indagati per lesioni gravissime, è indiziato di aver aggredito il ragazzo e un amico di 26 anni, colpendoli con pugni al volto e incitando gli altri due minorenni a fare lo stesso. Il ragazzo aggredito, dopo un intervento neurochirurgico e un periodo nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Pescara, ha lasciato il nosocomio a metà novembre con 90 giorni di prognosi ed è stato trasferito in una struttura riabilitativa nelle Marche.
Il quattordicenne è stato condotto in una comunità educativa della provincia di Chieti in affidamento ai servizi minorili dell’amministrazione giudiziaria, in attesa dell’interrogatorio. I militari della compagnia di Lanciano, diretta dal maggiore Vincenzo Orlando, avevano subito individuato il gruppo grazie a una certosina ricostruzione, suffragata da testimonianze e filmati estrapolati da sistemi di videosorveglianza.
Il Gip presso il Tribunale per i minorenni dell’Aquila, riferiscono i Carabinieri, ha riconosciuto che «la condotta dell’arrestato è stata tutt’altro che passiva, avendo egli anche incitato l’amico a colpire, evidenziando con pienezza la coesione del gruppo e la condivisione di codici di onore e regole comportamentali, dai quali scaturisce che gli atti compiuti dal singolo siano condizionati e determinati dal comportamento e dall’osservazione degli altri».
Il Giudice, riferiscono ancora i militari, ha valutato sussistenti sia le esigenze cautelari «sia il pericolo di reiterazione, non ritenendo adeguato l’ambiente familiare alla tutela degli interessi protetti».