Un secco no alla “controriforma”, definita dall’associazione Appennino Ecosistema il tentativo di cambiare, in peggio, la legge regionale per la tutela delle foreste e dei pascoli.
L’associazione chiede invece la rapida approvazione del Regolamento di attuazione della normativa e definisce preoccupante il tentativo della Giunta Regionale.
“La controriforma snaturerebbe la Legge Regionale quadro per la tutela delle foreste e dei pascoli (L.R. n. 3/2014) riaprendo la possibilità di uno sfruttamento selvaggio degli ecosistemi forestali e degli stessi pascoli, riservandolo oltretutto a pochi gruppi di potere politico-economico. Inoltre, la Legge che già si vorrebbe cambiare non è stata mai compiutamente applicata, mancandone ancora il Regolamento di attuazione, a due anni dalla scadenza del termine previsto per la sua presentazione al Consiglio da parte della Giunta Regionale. Senza il vigore del Regolamento, che secondo la legge avrebbe dovuto definire prescrizioni e limiti d’uso di tutti i boschi e i pascoli della regione, nonché le relative procedure autorizzative, non è ovviamente possibile verificare se la modernissima legge finalmente varata all’inizio del 2014, dopo anni di attesa, sia in grado di regolamentare in modo efficace la tutela e l’utilizzazione degli ecosistemi forestali e di prateria della regione”.
Secondo l’associazione la discussione formale sulla revisione della legge sarebbe già stata avviata dal presidente della commissione Agricoltura del Consiglio regionale d’Abruzzo, Lorenzo Berardinetti.
“Se andasse in porto – continua l’associazione – toglierebbe ogni potere di controllo all’amministrazione regionale, delegando ogni competenza autorizzativa alle amministrazioni comunali (notoriamente quasi sempre prive delle necessarie capacità tecnico-scientifiche), provocando un pericolosissimo corto circuito istituzionale. La proposta porterebbe anche alla gestione privatistica e senza controlli dell’importante patrimonio delle Foreste Demaniali Regionali (che oggi tutelano importanti ecosistemi forestali e di prateria spesso privi di protezione in quanto posti al di fuori delle aree protette), attraverso l’affidamento a terzi della loro gestione, disegno del tutto coerente con il previsto ingresso nell’organismo regionale di gestione delle foreste di soggetti privati come i rappresentanti dei Consorzi e delle Cooperative forestali. Insomma, si delinea uno scenario nel quale gli operatori che traggono profitto dallo sfruttamento dei beni forestali e dei pascoli (che racchiudono al loro interno un preziosissimo patrimonio di biodiversità), sarebbero autorizzati direttamente dalle singole Amministrazioni Comunali, quasi sempre incapaci di valutarne l’importanza ecologica e spesso direttamente interessate a ricavarne profitti economici. Occorre poi sicuramente il coinvolgimento anche della Commissione Ambiente della Regione, in quanto foreste e praterie pascolate sono ecosistemi di enorme importanza ecologica, cioè beni comuni che producono servizi di fondamentale utilità per tutti, e non solo beni da sfruttare”.
L’associazione Appennino Ecosistema chiede di essere ascoltata presso le commissioni Agricoltura e Ambiente insieme ad altre associazioni abruzzesi e ai direttori dei tre Parchi Nazionali abruzzesi, titolari di importanti progetti LIFE co-finanziati dall’Unione Europea.