Prima la denuncia pubblica, poi l’interpellanza al presidente della Regione, l’esposto alla Procura della Repubblica e la segnalazione alla Corte dei Conti: il presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale, Mauro Febbo, oggi aggiunge un nuovo capitolo alla battaglia contro la nomina di Sabrina Di Pietro a direttore amministrativo della Asl di Chieti.
Due le cause ostative, secondo Febbo: la Di Pietro non solo non sarebbe in possesso dei requisiti richiesti, ma sarebbe anche impegnata in prima persona nel project financing Maltauro per la realizzazione del nuovo ospedale teatino. La nomina della Di Pietro, fondata su un parere legale che Febbo ha già chiesto di visionare, spinge il consigliere regionale a domandarsi cosa nasconda la scelta della Asl di Chieti e perché la Di Pietro debba ricoprire a tutti i costi il ruolo di direttore amministrativo. In particolare, Febbo mette in relazione l’incarico con il parere che proprio il direttore amministrativo dovrebbe fornire in merito al progetto Maltauro.
“A disposizione della Asl di Chieti c’era già il dispositivo del Tribunale dell’Aquila, dal quale si evince chiaramente e inequivocabilmente che Di Pietro non ha i requisiti per ricoprire il ruolo di direttore amministrativo della Asl di Chieti. Già nel 2006 aveva avanzato la candidatura, ottenendo la nomina, alla Asl dell’Aquila; ma in quell’occasione gli furono contestati i requisiti. Successivamente, ripresentando la stessa documentazione e ricadendo nello stesso grave errore – aveva sottolineato Febbo – ha ottenuto il medesimo incarico dal direttore generale Pasquale Flacco”.
La nomina di Sabrina Di Pietro a direttore amministrativo della Asl di Chieti, in carica dal 1° aprile per tre anni, con un compenso di 90.896 euro lordi l’anno, resta dunque nel mirino di Mauro Febbo, che oggi in conferenza stampa a Chieti è tornato sull’argomento annunciando che lunedì 4 luglio si presenterà alla Asl di Chieti con i carabinieri per ottenere la documentazione richiesta e mai ricevuta. Inoltre, intorno a mercoledì della prossima settimana, presenterà un secondo esposto per ottenere il verbale della riunione relativa al progetto del nuovo ospedale, anche questo sollecitato e non ricevuto. Febbo ha anche reso noto il contenuto della risposta con cui gli è stato negato l’accesso alle carte richieste: secondo il dg Flacco non sarebbero affatto dovute al consigliere regionale e presidente della commissione di vigilanza. Quanto al parere legale citato a supporto dell’affidamento dell’incarico a Sabrina Di Pietro, Flacco precisa che è stata la stessa Di Pietro a richiederlo e fornirlo.
LA REPLICA DELLA ASL: LA NOTA UFFICIALE DI FLACCO
«Il parere legale sui requisiti del Direttore amministrativo non era stato fornito al Presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale perché non si tratta di un documento che rientra tra gli atti formali dell’Azienda. Ma poiché questa Direzione non può essere tacciata di condotte opache o, peggio ancora, omissive, e visto che vi è stata un’ulteriore, reiterata richiesta, già questa mattina gli è stato inviato un plico con tutte le carte in nostro possesso»: il Direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Pasquale Flacco, interviene per la prima volta sulla nomina del Direttore amministrativo e sul possesso dei requisiti, messi in dubbio dal Presidente della Commissione di vigilanza.
«Non abbiamo nulla da nascondere – aggiunge Flacco – perché tutte le nostre scelte sono compiute nel rispetto delle norme e nella piena legittimità degli atti. La sussistenza dei requisiti è stata attentamente vagliata e supportata dal parere di un qualificato amministrativista che lo ha fornito alla dottoressa Di Pietro, senza che l’Azienda abbia pagato alcun corrispettivo. Il giurista è stato interpellato unicamente per ottenere un riscontro, su base normativa, e una corretta valutazione della carriera pregressa del Direttore amministrativo. Non posso tollerare, perciò, che sia addebitata a questa Direzione una condotta poco trasparente né che siano insinuate collusioni tra questa nomina e l’iter del project financing per la costruzione del nuovo ospedale. Com’è noto, questa ipotesi fu messa in campo all’epoca della Giunta Chiodi. Non si tratta di una nostra iniziativa tesa a realizzare chissà quali operazioni di dubbia trasparenza. Al contrario, è palese l’atteggiamento di massima cautela espresso dalla Direzione aziendale per i contenuti del progetto e per le clausole contrattuali, che vengono puntualmente e scrupolosamente verificati affinché l’interesse pubblico possa essere tutelato. Tant’è che, per avere massima garanzia sul pieno rispetto delle norme, abbiamo chiesto l’assistenza legale dell’avvocato Marco Cerritelli, uno dei più importanti esperti italiani in materia di infrastrutture e servizi di pubblica utilità con procedura di project financing. Rispetto a quest’opera la Direzione della Asl si sta ponendo con orgoglio come un baluardo della legalità. E il Presidente della Commissione di Vigilanza sa che gli ho inviato immediatamente e ufficialmente tutta la documentazione sul project financing quando l’ha chiesta. Non ci sto, dunque, a passare per uno che gioca sporco o che fa pastrocchi perché portatore di chissà quale interesse. Ho una storia limpida alle spalle, così come il Direttore amministrativo, e faremo di tutto affinché non venga né macchiata né appannata. Per questa ragione chiederemo alla Magistratura di essere ascoltati prima ancora di essere chiamati, perché non abbiamo nulla da temere. Dal momento che lo stesso Presidente della Commissione di Vigilanza ha sollecitato l’intervento della Magistratura penale e contabile sulla vicenda, ritengo che possa sentirsi pienamente garantito, come mi sento io, che la verità sarà accertata. Non capisco, pertanto, a cosa sia dovuta tanta scomposta agitazione e questa reiterata aggressione mediatica nei confronti di chi, come la dottoressa Sabrina Di Pietro, sta svolgendo onestamente e con grande abnegazione il proprio lavoro. A chi sta dando disturbo questo impegno? Chi è infastidito, ad esempio, dalla riattivazione di procedure di gara per appalti da tempo rimasti bloccati e inevitabilmente sottoposti a proroghe, un lavoro di cui non c’è memoria nell’attività amministrativa degli anni recenti?».