A differenza di quelle metropolitane, le città medie italiane rappresentano l’interfaccia con i contesti minori e con le aree interne. Proprio per questo dovrebbero essere messe al centro delle politiche per le città e delle agende urbane.
Un’esigenza che emerge soprattutto in regioni, come l’Abruzzo, che non hanno città metropolitane. Al destino e al ruolo delle città medie in Italia sono strettamente collegati anche lo sviluppo sociale ed economico di un territorio. Se ne è parlato oggi in un convegno fra esperti organizzato dall’Istituto nazionale di urbanistica, che ha messo in campo un’analisi nell’ambito del “Rapporto dal Territorio 2016” presentando alcune proposte operative in riferimento all’Abruzzo, per valorizzare le potenzialità offerte da una programmazione che consideri le città medie come punti di riferimento per la crescita e lo sviluppo.
Al seminario ha partecipato, arrivando con largo anticipo, anche il viceministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini che ha ribadito l’impegno del governo a sostenere lo sviluppo infrastrutturale delle città e che ha commentato così:
“Abbiamo in Italia poche città che fanno peso europeo e un quadro notevole di città medie. occorrono misure che diano autorevolezza a quelle che non stanno nei grandi corridoi. La chiave può essere renderle attrattive con politiche per la smart city e la smart land, basate sull’innovazione. Nel masterplan per il Sud uno dei 15 patti territoriali verrà firmato con l’Abruzzo, mentre i poli per gli investimenti sono L’Aquila e la fascia adriatica che fa capo a Pescara”.
L’obiettivo dei sindaci e di tutte le istituzioni locali e regionali, per gli esperti urbanisti, è adesso elaborare i migliori metodi per promuovere il possibile ruolo di guida delle città medie, anche alla luce dell’elaborazione del Masterplan per l’Abruzzo in procinto di essere consegnato all’esecutivo.