Un altro crollo di un balcone al progetto Case di Cese di Preturo, in via Volonté, in una delle palazzine già sgomberate in seguito al primo crollo avvenuto nel settembre del 2014.
L’allarme è scattato ieri mattina intorno alle 9, quando un residente della zona passeggiando con il prorpio cane ha sentito un tonfo e ha visto il balcone cadere su quello sottostante. L’episodio ha già creato un’eco smisurata tra i detrattori del progetto Case, voluto dal governo Berlusconi e dall’allora dipartimento di Protezione civile per dare un tetto a 15mila sfollati dopo il terremoto, e tra i cittadini, alla vigilia del settimo anniversario del sisma. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, la Forestale, la polizia municipale e la dirigente del Comune Enrica De Paulis con i tecnici del settore.
Proprio perché risultate difettose, il Comune sta disponendo gli atti per lo sgombero di ulteriori palazzine, con il trasferimento in altri alloggi (map e progetto Case) di circa 150 famiglie. «I risultati dei rilievi eseguiti», ha spiegato la dirigente De Paulis, «non ci consentono alternative allo sgombero».
E per le famiglie è l’ennesimo trasloco dopo il terremoto. A seguito del primo crollo, avvenuto il 2 settembre del 2014, sono stati 840 i balconi di 260 appartamenti del progetti Case di Sassa, Arischia, Cese di Preturo, Collebrincioni e Coppito, quelli complessivamente sequestrati. L’inchiesta ha portato all’iscrizione di 37 persone nel registro degli indagati, con le accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato da 18 milioni di euro, frode nelle pubbliche forniture, falso in atto pubblico, mentre sul registro degli indagati sono finiti, per un’inchiesta parallela, anche alcuni funzionari del Comune dell’Aquila.
Appena nove giorni dopo il primo cedimento, crollò anche il soffitto di un alloggio del villaggio provvisorio di Colle di Roio, probabilmente a causa delle infiltrazioni d’acqua , mentre il 24 febbraio scorso ha ceduto il soffitto di un’abitazione del progetto Case di Sassa.