Tutti i risparmiatori vanno rimborsati subito, senza lunghi arbitrati, un meccanismo che rischia di produrre una disparità di trattamento tra i clienti dei quattro istituti di credito (banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrara) falliti con il decreto “Salva banche”, che lo scorso 22 novembre ha bruciato i risparmi di migliaia di persone in tutt’Italia.
Ad alzare di nuovo la voce per ribadire un netto “no” all’ipotesi dell’arbitrato, sono i risparmiatori del comitato dei clienti della Banca Etruria di Pizzoli, il Comune che ha pagato il pegno più alto al provvedimento “Salva banche”, un caso nazionale, con i suoi 1.500 abitanti su 5mila che avevano sottoscritto un’obbligazione subordinata o un’azione inconsapevoli del rischio a cui stavano andando incontro.
Il portavoce del Comitato di Pizzoli, Domenico Ioannucci, ringrazia il viceministro all’Economia Enrico Zanetti per aver voluto incontrare i risparmiatori ieri durante la sua tappa aquilana, ma al governo manda a dire, a nome di tutti i risparmiatori dell’Etruria, che così, il decreto per i rimborsi che l’esecutivo si appresta ad approvare la prossima settimana non va bene. Tutti devono essere rimborsati, a prescindere dalla cifra investita e persa.
Il passaggio del decreto contestato dai risparmiatori è quello in cui si dice che “oltre una certa soglia ci sarà l’accertamento caso per caso (l’arbitrato, appunto), mentre per i piccoli risparmiatori, per investimenti contenuti e di basso livello reddituale, si presume la non adeguata informazione da parte di chi gestisce risparmio, e si può ottenere il rimborso bypassando l’arbitrato e gli accertamenti”