Le sezioni di Chieti e Pescara di Italia Nostra si mobilitano per la salvaguardia di Palazzo Sirena a Francavilla al Mare. Sit-in domenica mattina in occasione della prima Giornata nazionale dei Beni Culturali promossa da Italia Nostra.
L’appuntamento è alle ore 11, davanti a Palazzo Sirena di Francavilla al Mare, dove l’associazione promuove un sit-in di cittadini, soci e simpatizzanti in occasione della Giornata nazionale dei beni culturali. L’obiettivo di Italia nostra è quello di rivendicare la salvaguardia dello storico edificio, ritenuto elemento significativo del patrimonio architettonico abruzzese.
“A nostro avviso il Palazzo Sirena non va demolito. Esso va riconosciuto quale elemento significativo del patrimonio architettonico della nostra regione, un bene culturale, testimonianza materiale con valore di civiltà e, in senso ancor più ampio, quale bene comune; un patrimonio che va al più presto riconosciuto e tutelato nei numerosi esempi che le nostre realtà urbane presentano e di cui Palazzo Sirena è importante esempio. Le sezioni di Pescara e Chieti di Italia Nostra hanno proposto un appello che ha incontrato il favore dei cittadini e delle personalità della cultura e delle professioni anche tra esponenti di discipline diverse da quelle attinenti la conservazione dei beni culturali: urbanistica, antropologia, letteratura, arti. Tra i firmatari segnaliamo: Paolo Berdini, Pierluigi Cervellati, Vezio De Lucia, Luigi De Falco e altri. Riteniamo infatti che su questioni del genere si debbano mobilitare consapevoli competenze, per avvertire i decisori della qualità irripetibile dei beni di cui si discute. Su tali materie appare del tutto impropria una consultazione informale della popolazione, come quella che si sta svolgendo, su quesiti sintetici e tendenziosi, puntando sullo stato di degrado nel quale la struttura è stata sostanzialmente abbandonata, nonostante continuasse a svolgere la sua funzione fino ad anni recenti. Così come improprio è paragonare il numero di firme raccolte tra i passanti all’adesione ad un appello argomentato da parte delle numerose personalità che vi hanno aderito. Il tanto vituperato Palazzo Sirena, del quale si annuncia la demolizione per realizzare, in suo luogo, uno slargo che fronteggerebbe l’ ampliamento dello storico edificio realizzato negli anni ‘90. Per un lungo tratto della costa adriatica la struttura costituì un punto di riferimento importante, un’ architettura qualificata sia per le sue funzioni che per il suo rapporto con la cittadina rivierasca, in un contesto sociale che ritrovava il suo dinamismo dopo la guerra. Ma al di là del ricordo di numerosi eventi culturali e mondani che hanno scandito la storia della città, quell’edificio, compostamente post-razionalista, ha rappresentato uno dei cardini della ricostruzione postbellica di Francavilla, insieme alla chiesa di San Franco, firmata da Ludovico Quaroni, con il quale dialoga visivamente, dal lido al colle. Esso prese il posto del distrutto kursaal che animò la vita della nascente stazione balneare, frequentato dalla borghesia del tempo che da tutto l’Abruzzo, da Roma o dalla Puglia veniva a prendere i bagni, trovando lì occasioni di incontro e manifestazioni d’arte e di cultura che resero Francavilla una delle mete turistiche più importanti dell’Adriatico di inizio ‘900”.
Italia Nostra ha anche diffuso una nota sulla storia di Palazzo Sirena:
“La storia del palazzo affonda le radici nel lontano 1888, quando venne avviata la costruzione della struttura originaria su progetto dell’architetto pescarese Antonino Liberi (parente di D’Annunzio), al fine di favorire lo sviluppo turistico balneare della città di Francavilla al Mare. L’edificio, come i kursaal che andavano sorgendo in tutte le località balneari, era destinato a ospitare manifestazioni estive di richiamo e divenne la sede permanente di un elegante circolo cittadino. Inaugurato da Gabriele d’Annunzio, che ne riportò la cronaca sul giornale “La tribuna di Roma”, il fabbricato venne distrutto durante la seconda guerra mondiale dalle mine dei tedeschi in ritirata. Ricostruito dal Genio Civile con i fondi per i danni di guerra sul sito preesistente e con le stesse funzioni, Palazzo Sirena rinacque a nuova vita sotto la gestione commissariale dell’Azienda di Soggiorno; il progetto del risorto edificio, in pregiato stile tardo-razionalista porta la firma dell’ingegner Vittorio Ricci, il cui nome è legato al Piano di ricostruzione di Francavilla al Mare. L’impresa costruttrice assumerà l’incarico con l’obbligo di assumere alle dipendenze i reduci della guerra ‘40 – ‘43 e di quella di liberazione (partigiani) nonché i reduci dell’internamento. Dal dopoguerra agli anni ’90 Palazzo Sirena tornò a vivere momenti importanti nella vita sociale e culturale della città, ospitando spettacoli con artisti di grande risonanza, mostre prestigiose, convegni e incontri culturali anche di livello internazionale, oltre a rappresentazioni teatrali. Fu anche sede delle prime edizioni dell’esposizione internazionale di pittura “Premio Michetti”. L’ abbattimento cancellerebbe questa storia che, in una cittadina sottoposta ad una impetuosa e disordinata espansione, rischia di rimuovere un altro ancoraggio utile ad un suo pur necessario ripensamento urbanistico; mentre un intervento progettuale, non certo improntato alla supina conservazione, ma capace di restituire funzioni attuali e spazi nuovamente significativi, potrebbe costituirne un caposaldo. E’ una delle vicende nelle quali la voglia di ” lasciare un segno” degli amministratori comunali non si misura con la memoria della comunità, favorendone, anzi, la smemoratezza”.