C’è l’Eremo di S.Onofrio al Morrone (Sulmona, L’Aquila) in vetta alla classifica provvisoria dei Luoghi del cuore FAI in Abruzzo. Il Fondo per l’Ambiente Italiano ricorda che si può votare fino a dicembre 2020.
Un luogo di grande valore spirituale dove, si narra, l’eremita Pietro da Morrone fu raggiunto nel 1294 dai messi papali che gli annunciarono l’elezione al soglio pontificio come Celestino V, da cui abdicò dopo pochi mesi con “il gran rifiuto” citato da Dante nell’Inferno. Ancora oggi si può visitare la grotta che fu rifugio del Santo Eremita. I devoti, seguendo un rito apotropaico, vi si stendono per guarire i dolori articolari. L’eremo risale al XIII secolo: dal suo straordinario belvedere la vista domina l’Abbazia di Santo Spirito a Morrone, lo storico campo di prigionia 78 e l’intera Valle Peligna. L’obiettivo della raccolta voti del comitato “Custodi dell’Eremo di Celestino V”, dopo le difficoltà seguite al terremoto del 2009 e al disastroso incendio del Monte Morrone che lambì l’eremo nel 2017, è quello di restaurare gli affreschi trecenteschi della cappella presente nella struttura e mettere in sicurezza l’accesso alla grotta nella quale Pietro da Morrone, poi Celestino V e infine San Pietro Confessore, visse per gran parte della sua permanenza sulla montagna. Il bene rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.
Nella graduatoria provvisoria dei Luoghi del cuore FAI in Abruzzo segue il Castello di Roccascalegna (Chieti): che da uno sperone roccioso domina le colline a sud est della Maiella comprese tra i corsi dei fiumi Sangro e Aventino. Il complesso fortilizio vuole le sue origini nel VII secolo d.C., a opera dei Longobardi che si insediarono nell’Abruzzo meridionale e in Molise. Dubbia l’origine del suo nome, che sembra poter derivare da “Rocca scala lignea”, con riferimento alla presenza di una scala di accesso al luogo, presente ancora nello stemma del paese, anche se il toponimo, più credibilmente, dovrebbe risalire al termine “Rocca-scarengia”, derivante da “scarenna”, cioè il fianco scosceso di una montagna. Il comitato “Amici del Castello medievale di Roccascalegna”, composto principalmente dalla Pro Loco, punta a valorizzare e promuovere questo luogo simbolo per i cittadini roccolani. Il castello è costeggiato da un percorso panoramico che versava in stato di abbandono a seguito di una frana: reso nuovamente agibile nel 2019, ora necessita di interventi di messa in sicurezza e di manutenzione straordinaria.
Un altro luogo che emerge dalla classifica abruzzese è il Borgo Universo di Aielli (L’Aquila), “balcone della Marsica” a 1.030 metri sul livello del mare, dove le pareti degli edifici sono diventate tele e i vicoli si sono trasformati in una galleria d’arte. Agellum fu vicus romano sorto da un precedente nucleo dell’Età del Ferro; nel 1347 il Conte dei Marsi Ruggero II dispose la ricostruzione di torri e fortificazioni, attestate dal X secolo. Dopo il prosciugamento del Lago Fucino, a metà Ottocento, la popolazione scese a valle dando vita al moderno nucleo di Aielli Stazione, che si sviluppò dopo il terremoto del 1915 e che vanta una chiesa con vetrate di Galileo Chini. L’idea di trasformare Aielli in un museo a cielo aperto attraverso la street art è nata nel 2017 come progetto di riqualificazione paesaggistica per dare nuova linfa al paese. Il fulcro di Borgo Universo è la Torre delle Stelle (del 1356), l’osservatorio astronomico più alto dell’Italia centrale, che comprende un
planetario e un museo. Il comitato “Rinascita Borgo Universo” auspica, con la partecipazione al censimento FAI, di rilanciare un turismo lento, rispettoso dell’ambiente montano e del tessuto del luogo, fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo della comunità che resiste allo spopolamento e all’abbandono. Il borgo rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.
Ha superato i mille voti anche il Faro di Punta Penna a Vasto (Chieti) che il comitato “Insieme per il Faro di Punta Penna” sta facendo votare per valorizzarlo e promuoverne la conoscenza. Con i suoi 70 metri di altezza, è il secondo faro più alto d’Italia dopo la Lanterna di Genova.
Si trova su un promontorio nella zona del porto di Vasto, luogo scelto per la posizione strategica. Quello che vediamo oggi è il risultato di una serie di ricostruzioni; l’ultima, seguita ai gravi danni dell’ultima guerra mondiale, risale al 1948. Il faro si presenta come una costruzione in muratura a forma di torre. Una scala a chiocciola di 307 scalini conduce alla sommità dove la vista spazia dalle montagne più alte dell’Appennino Abruzzese alla costa da Ortona al Gargano.
Nella provincia dell’Aquila hanno raggiunto i mille voti anche le Grotte e Cascate di Stiffe, complesso di grotte carsiche all’interno del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino. Tecnicamente sono una “risorgenza”, cioè il punto dove un fiume torna alla luce dopo un tratto sotterraneo; nel caso di Stiffe questo punto si trova all’apice della forra che sovrasta il piccolo paese omonimo. Sono accessibili al pubblico dal 1991 e costituiscono oggi uno dei principali siti naturalistici del territorio aquilano, facendo registrare annualmente oltre 40.000 presenze. Il fiume Gamberale fa da guida ai turisti con il suo fragore e si nasconde in alcuni tratti prima di tornare a esibirsi in una maestosa sala dove, precipitando, offre lo splendido spettacolo della cascata. Il comitato “Amici delle Grotte e della Cascata di Stiffe” da undici anni si occupa di monitorare il sito. Sono state attivate anche tre campagne per la pulizia dell’argine del fiume, ma resta necessario un nuovo sistema di monitoraggio ambientale per preservare l’ecosistema del luogo, oltre ad altre azioni, come la sistemazione del viale che dal parcheggio porta alla biglietteria e il rifacimento della cartellonistica, che ne permetterebbero una più adeguata fruizione. Il bene rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.