Alla vigilia della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, l’associazione Ananke rende noti i dati 2016/2017 del Centro Antiviolenza di Pescara. 885 chiamate ricevute, soprattutto italiane le donne prese in carico.
La raccolta dei dati è fondamentale per conoscere, e quindi combattere più efficacemente, la violenza di genere nelle sue diverse articolazioni. L’associazione Ananke onlus, che al Centro Antiviolenza dedica il proprio impegno principale, accoglie le donne in difficoltà per la violenza subita. Ovviamente i meri dati statistici non possono rappresentare tutta la complessità emersa dai racconti delle donne. Il Centro Antiviolenza, nella sua modalità di accoglienza fondata sulla relazione di fiducia tra donne, punta all’integrazione qualitativa e quantitativa.
Attività di accoglienza svolta dal Centro Antiviolenza Ananke dal periodo 1° novembre 2016 – 31 ottobre 2017:
“Nel periodo indicato abbiamo ricevuto 885 chiamate, di cui 684 provenienti da donne che chiedevano informazioni o un appuntamento; ricordiamo che la telefonata costituisce per la donna il primo passo da compiere per essere sostenuta nell’uscita dalla violenza. Le altre chiamate sono giunte soprattutto dai diversi nodi della rete antiviolenza territoriale, da altri centri antiviolenza ed a volte anche da professionisti, avvocati e psicologi, venuti a conoscenza di situazioni di violenza. Le donne seguite dal Centro Antiviolenza nel periodo suindicato sono state 149, di cui 108 quali nuove prese in carico e altre 41 già seguite dagli anni precedenti, in quanto il percorso da compiere può richiedere una elaborazione complessa e personalizzata. Le donne arrivano al Centro Antiviolenza attraverso più canali, in prevalenza su indicazione di amici e parenti (38%), a dimostrazione della mutata percezione collettiva della violenza e del radicamento sul territorio del Centro Antiviolenza. Il 28% arriva su invio da parte degli altri nodi di rete (Servizi Sociali, Forze dell’Ordine, Servizi Sanitari, privato sociale), dato che conferma come sia fondamentale il lavoro di supporto e di cooperazione della Rete Antiviolenza di Pescara. L’accesso avviene anche tramite altri canali quali il sito di Ananke, i social network, i volantini e il materiale pubblicitario. Nonostante la discontinuità della sua promozione, continua ad essere un punto di riferimento per i casi di violenza e stalking il numero telefonico nazionale gratuito, il 1522, attivo 24 ore su 24 e collegato ad Ananke in trasferimento diretto di chiamata”.
Nel periodo novembre 2016-ottobre 2017, l’équipe del Centro Antiviolenza ha accolto e preso in carico 108 nuove donne. Dai dati locali e nazionali risulta evidente che il fenomeno è trasversale, senza distinzione di classe sociale, età e livello culturale. La maggior parte delle donne accolte da Ananke è di nazionalità italiana, di Pescara o della Provincia; alcune provengono da fuori provincia o regione e, per motivi di sicurezza o di riservatezza, hanno preferito rivolgersi ad un Centro lontano dal proprio luogo di residenza. Il Centro ha accolto anche donne straniere, dell’Europa non comunitaria, dell’Asia e del Sud America, anche grazie alla collaborazione tra le associazioni del Coordinamento Regionale Migranti di cui l’associazione Ananke fa parte.
“La violenza di genere riguarda donne di ogni età, tuttavia al Centro Antiviolenza prevalgono quelle di età compresa tra i 40 ed i 49 anni. Sono comunque numerose anche le più giovani. Chi si rivolge a noi chiede non solo un aiuto, ma anche di essere ascoltato in una relazione di fiducia, non giudicante e riservata. L’ascolto e l’accoglienza della prima richiesta di aiuto avvengono in genere telefonicamente: il telefono è un mezzo molto efficace per superare il senso di vergogna connesso alla violenza e permette di salvaguardare l’anonimato e la riservatezza ed è accessibile a tutte. Sono numerose le richieste di consulenza legale per ricevere informazioni sui diritti e sugli strumenti legislativi a cui fare ricorso per uscire dalla situazione di violenza e le richieste di sostegno psicologico per affrontare il cambiamento. Partendo dai bisogni e dalle richieste espresse dalle donne accolte viene progettato un percorso di uscita dalla violenza, finalizzato al raggiungimento di obiettivi stabiliti con ciascuna donna, con azioni e tappe (denuncia, separazione, attivazione dei servizi, ecc.) con lei concordate, rispettando la sua volontà. La violenza maschile contro le donne si manifesta in forme diverse, il più delle volte in maniera combinata tra loro; la violenza psicologica e quella fisica sono le forme più frequenti e spesso sono associate, specie nell’ambito domestico, anche a situazioni di violenza economica. Alla fine di una relazione sovente seguono persecuzioni da parte di un ex partner che non accetta di perdere il predominio sulla donna. Le donne subiscono violenza soprattutto all’interno di una relazione affettiva, attuale o conclusa, confermandosi che la violenza domestica continua ad essere la più diffusa e frequente forma di violenza contro le donne. L’uomo che usa violenza appartiene ad ogni condizione socio economica e ad ogni età, ad ulteriore conferma che la violenza contro le donne è un fenomeno trasversale, le cui radici culturali influenzano ancora le giovani generazioni; nella stragrande maggioranza dei casi è di nazionalità italiana”.