Sulla gestione dei soccorsi e della tragedia dell’hotel Rigopiano da parte dei vertici regionali, FI chiede una seduta straordinaria dell’assise consiliare d’Abruzzo.
Il gruppo di Forza Italia, nel convocare un’apposita conferenza stampa sull’argomento, aggiunge tra l’altro di voler capire con che mezzi ci si prepari ad affrontare le prossime nevicate.
height=315“Dopo la pioggia di intercettazioni telefoniche arrivate nelle ultime settimane -scrive il capogruppo di FI Lorenzo Sospiri – dal contenuto sconcertante, riteniamo necessario sentire dalla voce dei vertici del governo regionale cosa sta accadendo e soprattutto cos’è accaduto nei giorni che hanno preceduto il dramma. Il fallimento della macchina organizzativa della stessa Protezione civile regionale risulta a oggi certificato dagli atti prodotti dalla Procura della Repubblica, e questo ci impone chiarezza e trasparenza, anche in vista della stagione invernale ormai alle porte. Vogliamo capire con quale animo e mezzo ci apprestiamo ad affrontare le prossime eventuali nevicate, cos’è cambiato dal 18 gennaio 2017 a oggi, chi sono oggi i soggetti che dovranno vigilare sulla macchina dei soccorsi e soprattutto vogliamo avere modo di porre i nostri interrogativi al governatore D’Alfonso. Negli ultimi giorni l’opinione pubblica continua a essere bombardata da notizie spaventose che in pochi attimi ci hanno ripiombato a quel 18 gennaio 2017 quando una valanga ha travolto l’Hotel Rigopiano uccidendo 29 persone delle 44 ospiti della struttura. Ma quello che più ci ha scioccati e sconvolti non sono gli avvisi di garanzia, divenuti da 6 a 23, che traducono il lavoro capillare della Procura della Repubblica, quanto il contenuto di intercettazioni telefoniche che stanno ricostruendo un quadro drammatico delle ore che hanno preceduto la tragedia. Le parole attribuite al dirigente della Provincia, circa il ‘fastidio’ causato dalle richieste di aiuto e soccorso provenienti dai titolari dell’Hotel per liberare gli ospiti e consentire loro di lasciare la località, le parole di un ex responsabile della segreteria del presidente della Regione Abruzzo che, stando alle stesse intercettazioni, sembra che dirottasse l’uso delle turbine dove meglio riteneva la politica, indipendentemente dalle priorità. Vogliamo sapere a che punto si trova il Piano Valanghe. Vogliamo sapere quali atti sono stati adottati dall’esecutivo nei confronti di personaggi coinvolti nella vicenda di Farindola e che eventualmente dovessero occupare ancora posti di comando in seno alla Protezione civile o negli altri settori strategici. La tragedia di Rigopiano dovrà avere giustizia, ma nel frattempo è nostro dovere fare in modo che un dramma del genere non si possa ripetere”.