In attesa di sapere come verranno recepite in Abruzzo le nuove indicazioni del DPCM, i dirigenti scolastici ragionano sul presente e sui nodi da sciogliere, a cominciare da quello dei trasporti.
All’indomani dell’ultimo DPCM ci troviamo un po’ tutti a fare i conti con le nuove indicazioni, sia per la sfera privata che per quella pubblica. Nella parte che il premier ha dedicato alla scuola, argomento ancora pulsante, sono emerse due indicazioni che, se da una parte confermano l’indirizzo del Governo a privilegiare la didattica in presenza, dall’altra potrebbero non essere sufficienti a superare le difficoltà che ancora resistono. Una su tutte, i trasporti.
In attesa di sapere in che modo le indicazioni di Conte – ingresso alle 9 e apertura pomeridiana – verranno calate sui singoli territori, resta quanto disposto fin qui. Ossia lezioni in presenza e didattica a distanza possibile, ma residuale. Cosa che avviene, per esempio, all’istituto Acerbo di Pescara, dove l’aver programmato sin dall’inizio le settimane di dad, escludendo i ragazzi più giovani e le quinte, consente ai docenti di organizzare meglio il lavoro e di calibrare le attività scolastiche nel momento più opportuno. Resta, è ovvio, il nodo dei mezzi, di cui si parlerà domani nella riunione programmata in Comune.