Coronavirus Abruzzo, Caldari di Ortona diventa zona rossa

Dopo la Valfino e l’area Vestina, anche la frazione Villa Caldari di Ortona diventa zona rossa, la terza in Abruzzo: per contrastare il Coronavirus non si entra e non si esce.

L’istituzione della terza zona rossa è stata anticipata dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, nel corso della registrazione del programma I fatti e le opinioni, in onda questa sera alle 21 su Rete8. Marsilio ha precisato che è stata fatta un’attenta valutazione, basata sulla relazione della Asl e sul confronto con i sindaci. La decisione definitiva riguarda però solo la frazione di Caldari di Ortona, e non i comuni di Arielli e Crecchio.

A Caldari si sono registrati tutti e sei i decessi nel comune di Ortona. Dei 33 casi positivi nel territorio comunale 15 sono su Caldari, i restanti su Ortona centro e altre contrade. Il primo decesso è stato quello del barista Maurizio Mascitti, avvenuto lo scorso 5 marzo, la cui positività venne accertata dopo la morte.

La decisione del governatore si basa anche sulla relazione della Asl di Chieti che ha suggerito “di procedere con misure mirate più incisive di contenimento locale, anche sulla base dei tassi di prevalenza relativi alla singola contrada di Caldari. Il tasso di incidenza per 100mila abitanti è, per tale località – scrive l’azienda sanitaria – pari a 1.271, ovvero dieci volte superiore al medesimo tasso calcolato sull’intero territorio comunale (122). Tale differenza è ancora maggiore, 22 volte, se consideriamo il confronto tra l’incidenza della località Caldari, 1.271, con quella del resto del Comune di Ortona, 57”.

Secondo quanto si è appreso l’ordinanza riguarda le sola zona residenziale e centrale della popolosa frazione (oltre 1200 abitanti), e non l’area industriale e commerciale di Caldari Stazione sulla Strada Marrucina.

“I nostri uffici – aveva detto Marsilio – stanno elaborando e valutando l’istituzione di una nuova zona rossa, richiesta in particolare per la frazione di Caldari di Ortona. Il sindaco, da molti giorni, sta sollecitando, correttamente, la valutazione da parte della ASL. Valutiamo anche almeno un paio di comuni circostanti, dove c’è qualche preoccupazione di troppo: Crecchio e Aielli. Stiamo verificando con i sindaci l’opportunità di provvedimenti maggiormente restrittivi, per eccesso di scrupolo e proprio perché non vogliamo lasciare nulla di intentato, anche se siamo già in una condizione di quasi blocco. Nei comuni e nelle frazioni perimetrate come zona rossa questa catena si stringe ancora di più e il divieto si estende anche ad alcune categorie di lavoratori che sarebbero autorizzati ad uscire e rientrare in casa per andare a lavorare altrove e che invece, in una zona rossa, non è consentito. Rimangono fuori da questi impedimenti e da queste esclusioni solamente le persone che lavorano nell’ambito sanitario, nelle forze dell’ordine e nelle forze armate, negli orari in cui sono in servizio, oltre a tutti i fornitori che devono rifornire di cibo e medicine, poi le edicole, i servizi essenziali, i tabaccai. Tutte attività che hanno bisogno di essere rifornite, i quindi fornitori di questi beni devono poter entrare e uscire anche dalle zone rosse”.

 

 

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