Tante domande, un solo stato d’animo: incertezza. I lavoratori della Sevel di Atessa, alla vigilia del cambio degli orari, si interrogano sul futuro e chiedono risposte sul loro destino.
Oltre 6000 dipendenti, che con l’indotto arrivano a 10.000, l’insediamento produttivo della Sevel di Atessa è uno dei punti di forza dell’economia abruzzese. Tuttavia, qualche tempo, lo spettro della delocalizzazione volteggia sul territorio, alimentato da alcune scelte tutt’altro che tranquillizzanti: il cambio dei turni di lavoro e l’annuncio di PSA di aprire uno stabilimento in Polonia. Occorre riflettere, e occorre farlo bene prima che sia troppo tardi, per questo la Fiom Cgil e le rappresentanze sindacali di base hanno convocato una conferenza stampa, in programma mercoledì 9 ottobre a Lanciano. Stamattina la telecamera di Rete8 è andata davanti alla Sevel per anticipare i temi dell’incontro e recepire le domande delle maestranze:
“Ci chiediamo diverse cose, per esempio se esista un piano d’investimenti per il futuro o se si stia solo raschiando il barile? E quali sono gli interessi di FCA sul settore auto, in particolare verso lo stabilimento dei record, e anche se e dove verrà realizzato il nuovo furgone e cosa accadrà all’indotto. Riteniamo che i sacrifici richiesti ai lavoratori siano senza garanzie per il futuro. È l’intero territorio che dovrebbe domandarsi cosa stia accadendo alla SEVEL, volano economico di tutta la regione”.