Il racconto degli Abruzzesi in Belgio sugli attacchi terroristici a Bruxelles: paura tra la comunità dei nostri corregionali, ma anche la volontà di non lasciarsi prendere dal panico.
Gli attacchi a Bruxelles: le due esplosioni all’aeroporto di Bruxelles Zaventem alle 8 del mattino. Un’ora dopo altre due bombe sono esplose in centro, alle fermate di Metro Maelbeek e Schuman, vicino alle istituzioni europee. Un bilancio pesantissimo che parla almeno di 33 morti e decine di feriti. Si tratta di un attentato nel quale avrebbe agito almeno un kamikaze. Un assedio che segue di tre giorni l’arresto di Salah Abdeslam, il principale ricercato per gli attentati di Parigi del 13 novembre. Parla l’ambasciatore degli Abruzzesi in Belgio dove la comunità dei corregionali è nutrita: sono circa 35.000 gli Abruzzesi che vivono e lavorano lì. I nostri corregionali si sono perfettamente integrati con i Belgi, e vivono queste ore, con apprensione e paura, in una città e in un Paese blindati, con il livello di massima allerta. Misure rafforzate nelle sedi delle Istituzione europee e negli aeroporti.
I nostri corregionali sono sparsi per il Belgio, tra Liegi, La Louviere e Charleroi, in quest’ultimo centro, a 40 km da Bruxelles, la maggior parte dei residenti sono Italiani e molti di essi Abruzzesi. I loro padri, i loro nonni, arrivarono in Belgio per lavorare nelle miniere di carbone lì intorno, 60 Abruzzesi rimasero coinvolti nella tristemente nota tragedia dell’esplosione del Bois Du Cazier. Levino Di Placido, ambasciatore degli Abruzzesi nel mondo in Belgio, ci racconta di come le decine di migliaia di Abruzzesi in Belgio stiano vivendo queste ore.
“Siamo bloccati nel Parlamento Europeo. È stata diramata una mail a firma del presidente Schulz che, ovviamente, ha bloccato le attività ed ha invitato a non lasciare il palazzo. Per quanto ne sappiamo ci sono dei terroristi, sembra quattro, ancora in circolazione”. Lo racconta all’ANSA l’eurodeputata abruzzese Daniela Aiuto (M5s), sottolineando che “devo rientrare in Italia, ma non ho intenzione di prendere voli, quindi rientrerò in automobile”. “Siamo bloccati qui con colleghi di altri gruppi, collaboratori e assistenti – dice l’eurodeputata – Molti di noi avevano già in programma di rientrare per le festività pasquali; ora ci stiamo organizzando con auto private perché non si trovano veicoli a noleggio. Appena possibile partiamo. Io avevo un volo prenotato per domani dall’aeroporto di Zaventem, ma l’ho annullato”. “Quando si è verificata l’esplosione nella stazione della metro – racconta Aiuto – stavo andando a piedi da casa verso il Parlamento e mi sono accorta di quanto accaduto solo una volta arrivata. Quelle sono stazioni usate da tutti coloro che vengono in Parlamento e lavorano nelle istituzioni europee. Era l’orario in cui chi lavora qui sta andando in ufficio. Il quartiere della Commissione Europea è sorvegliatissimo, sopratutto dopo i fatti di Parigi. Essere riusciti a colpire lì la dice lunga. Fortunatamente nessuno di noi, dello staff o di altri gruppi, è rimasto coinvolto coinvolto”, conclude.
Di seguito le dichiarazioni integrali: