Una “scelta scellerata”. Così il comitato “Save Gran Sasso” e l’associazione “Progetto Montagna” definiscono l’aumento delle tariffe degli abbonamenti stagionali del Gran Sasso. Aumenti che vedranno schizzare i costi delle tessere stagionali da 240 a 370 euro.
Sono 130 euro in più rispetto ai passati inverni, decisione che va – secondo le associazioni, che vedono insieme operatori turistici e maestri di sci – in netta controtendenza rispetto a quanto sta avvenendo nelle altre stazioni sciistiche abruzzesi. Nelle quali i costi restano invariati. Un aumento, quello che riguarda Campo Imperatore, che resta ingiustificato, alla luce delle inefficienze degli ultimi tempi, e dell’incertezza sull’effettiva riapertura della seggiovia delle Fontari in tempo per l’imminente stagione invernale, e i cui lavori di sostituzione con nuovi impianti sono ancora in corso.
La misura preoccupa gli operatori locali, gli albergatori, i commercianti, perché potrebbe scoraggiare i potenziali clienti della stazione. E ora chiedono all’amministrazione comunale di porre immediatamente rimedio al caos abbonamenti “prima che i potenziali clienti – sostengono le due associazioni in una nota congiunta – perdano definitivamente il desiderio di vivere la nostra montagna». Una scelta fuori da ogni logica imprenditoriale considerata anche la conformazione delle stazioni concorrenti e l’attuale situazione di incertezza del Centro turistico Gran Sasso”, fanno notare,
“e scellerata figlia di una gestione imbarazzante per la quale i revisori dei conti della partecipata hanno espresso plurimi dubbi”.
Insomma la stazione sciistica di Campo Imperatore sembra non riuscire a trovare pace. E poi l’affondo delle associazioni che ritengono:
“scorretto nei confronti dei contribuenti il far loro pagare le numerose crisi di liquidità che ha affrontato, dalla sua nascita, il Centro turistico Gran Sasso mediante necessarie ricapitalizzazioni al fine di evitare il fallimento della partecipata”