Una storia da fiaba che però è realtà: un imprenditore italo canadese offre quasi un milione di euro a un artista che crea opere in scala dell’Abruzzo in miniatura, ma lui rifiuta: “I sogni non sono in vendita”.
Le voci circolavano già da un po’: un facoltoso imprenditore italo canadese, talmente legato al suo Abruzzo, dopo essere tornato in Patria e aver ammirato le opere dell’Abruzzo in miniatura dell’orafo-artista Livio Bucci che riproducono fedelmente in scala e con i medesimi materiali chiese, castelli, ponti, torri ed altre peculiarità architettoniche e paesaggistiche del nostro Abruzzo, ha offerto a Bucci una cifra che si aggira attorno al milione di euro per portare tutta la collezione all’interno della sua mega villa in Canada. Sì, avete capito bene: quasi un milione di euro. Come dire, “se non posso vivere in Abruzzo, voglio portare il mio Abruzzo con me”. E qui sta la fiaba che è però realtà: Bucci ha declinato l”‘offertona” perché “i sogni non sono in vendita”. Da noi contatto per verificare la notizia Livio Bucci ammette la singolare richiesta che, però, per discrezione non ha sbandierato ai 4 venti.
“Perché – ci dice l’orafo di Bussi che con altri artisti ha creato oltre cento opere dell’Abruzzo in miniatura – c’è un progetto in corso da realizzarsi proprio nella nostra regione, in particolare a Montesilvano.”
Insomma, sulle orme dell’Italia in miniatura, Bucci e i suoi collaboratori vogliono realizzare il museo dell’Abruzzo in miniatura che racconta, attraverso piccole opere in scala, veri e propri gioielli che riproducono le bellezze architettoniche e paesaggistiche della nostra regione, 2.000 anni di storia dall’epoca romana ai giorni nostri. Un progetto ambizioso che dovrebbe andare in porto prima dell’estate e che sarebbe un unicum in Italia, con l’Abruzzo prima regione in miniatura in un percorso affascinante e veritiero, il tutto a portata di mano. Un itinerario tra borghi, città, paesi, mare e parchi, un viaggio nel tempo, 2.000 anni in poche ore, giusto il tempo di ammirare queste piccole opere d’arte che riproducono quelle reali. Quanto al misterioso Paperone abruzzese di nascita che in Canada ha fatto fortuna nel mondo dell’edilizia, bè per vedere il suo Abruzzo vorrà dire che prenderà l’aereo invece di portarlo in miniatura a casa sua. E se proprio non un milione di euro, chissà che non contribuisca anche’egli alla nascita del Museo dell’Abruzzo in miniatura, magari come Cicerone che valorizzi la sua regione in loco, visibile ai più, piuttosto che chiuderla tra le mura di casa sua. Livio Bucci continua a ripetere: “I sogni non sono in vendita”, con la speranza che il Museo e le sue cento opere apra le porte entro l’estate.