Il Tribunale dell’Aquila ha condannato a due anni di reclusione un imprenditore con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.
Durante il processo, che ha visto come giudice Giuseppe Romano Gargarella, è emerso che l’uomo, nel corso di una lunga relazione con una giovane poco più che ventenne, si sarebbe reso responsabile “di una molteplicità di condotte penalmente rilevanti”. Per timore di reazioni ancora più violente, la giovane avrebbe omesso di denunciare nell’immediato.
Solo dopo la nascita del loro bambino, “temendo per l’incolumità del figlio, oltre che per la propria, la mia assistita – spiega il legale della giovane, Anna Maria Ranalli, che ha curato la costituzione di parte civile in seno al processo – ha trovato il coraggio di portare all’attenzione della giustizia le continue vessazioni fisiche e psicologiche cui era stata sottoposta dall’uomo per circa tre anni, così ponendo finalmente fine alle sue sofferenze”.
L’imputato è difeso dall’avvocato Fabrizio Giancarli. La difesa presenterà ricorso.