Un bilancio positivo quello del Tar, il Tribunale amministrativo regionale per l’Abruzzo, nonostante la carenza di organico. Quest’anno si potrà contare inoltre sul reintegro di un magistrato che permetterà di smaltire centinaia di ricorsi arretrati. E’ quanto emerso questa mattina all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar Abruzzo.
Un momento di incontro e confronto tra la giustizia amministrativa, la pubblica amministrazione e la società civile. Questo l’obiettivo dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar Abruzzo nelle parole del presidente Antonio Amicuzzi. Anche nel 2017 le problematiche principali sono state legate alla ricostruzione dei crateri sismici conseguenti ai terremoti che si sono succeduti dal 2009, ai contenziosi legati agli appalti pubblici indetti per la ricostruzione, ai numerosi ricorsi contro il silenzio delle amministrazioni sulle istanze di indennizzo per le riedificazioni e i miglioramenti sismici e alle richieste di nomina di commissari ad acta, che hanno anche comportato aggravi di spesa a cui ha fatto seguito l’invio di segnalazioni alla procura regionale della Corte de Conti. Tra gli impegni principali del Tar c’è la riduzione dei 2.145 ricorsi arretrati.
Non solo ricostruzione: i ricorsi hanno riguardato anche l’edilizia e l’urbanistica, il pubblico impiego, e gli appalti, le autorizzazioni e le concessioni di servizio sanitario nazionale. Cresciuto anche il numero dei ricorsi dei cittadini extracomunitari e in aumento il contenzioso relativo al passaggio del Corpo forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri. All’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar anche il presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno, che ha voluto così dimostrare la sua vicinanza all’Abruzzo e ai suoi cittadini.
Tar Abruzzo, ricostruzione e immigrazione al centro attività
Problematiche relative alla ricostruzione nei crateri sismici conseguenti ai terremoti del 2009, del 2016 e del 2017, ricorsi dei cittadini extracomunitari e aumento del contenzioso tra gli ex agenti forestali e la Pubblica amministrazione alla luce della fusione con l’Arma dei Carabinieri. Sono alcuni dei punti segnalati dal presidente del Tar Abruzzo, Antonio Amicuzzi, nella relazione sullo stato della giustizia amministrativa presentata a L’Aquila in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario. Amicuzzi ha fatto accenno anche ai ricorsi elettorali trattati nell’ultimo anno, che hanno riguardato grandi città a partire dal capoluogo di regione, L’Aquila, e Avezzano (L’Aquila), così come piccoli centri come Rocca di Mezzo (L’Aquila). “Anche nel corso dell’anno passato la realtà locale ha evidenziato problematiche particolari e precipue del nostro territorio, come quelle legate alla ricostruzione nei crateri sismici conseguenti ai terremoti del 2009, del 2016 e del 2017, ai rilevanti contenziosi legati agli appalti pubblici indetti per la ricostruzione – ha spiegato il presidente del Tar -, ai numerosi ricorsi contro il silenzio delle amministrazioni sulle istanze di indennizzo per riedificazioni e miglioramenti sismici, nonché alle correlate richieste di esecuzione del giudicato e di nomina di commissari ad acta, che hanno anche comportato aggravi di spesa cui ha fatto seguito l’invio di numerose segnalazioni alla Procura regionale della Corte dei Conti”.
I ricorsi depositati al Tribunale amministrativo regionale per l’Abruzzo hanno fatto registrare una flessione rispetto all’anno precedente, passando dai 625 del 2016 ai 546 del 2017. Tra le materie oggetto dei ricorsi hanno avuto preponderanza l’edilizia e l’urbanistica, seguite da esecuzione del giudicato, pubblico impiego e appalti, con questi ultimi che si sono ridotti rispetto all’anno precedente. Sono state 416 in tutto le sentenze di merito adottate nel corso del 2017 su un totale di 1.106 provvedimenti di merito e ben 523 i provvedimenti adottati in fase cautelare. Dal presidente del Tar anche la denuncia di “forte carenza di magistrati”, nonostante la quale, ha detto, “il Tar è riuscito anche nel corso dell’anno 2017 a migliorare la risposta alle d omande di giustizia espresse dal territorio”. In prima fila, ad ascoltare la relazione di Amicuzzi, tra gli altri, il presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, l’abruzzese Giovanni Legnini, arrivato alla sede del Tar insieme al presidente della Regione Luciano D’Alfonso e al direttore generale dell’ente, Vincenzo Rivera. Presente all’inaugurazione, poi, la senatrice del Pd Stefania Pezzopane. Dal vertice della giustizia amministrativa abruzzese, tuttavia, anche un mea culpa, per non essere “ancora riusciti a soddisfare l’esigenza del pieno rispetto del dovere di non eccessiva durata del processo”. “Il nostro scopo principale – ha spiegato ancora Amicuzzi – è quello di diminuire ulteriormente l’arretrato, costituito da 2.145 ricorsi formalmente pendenti alla data del 31 dicembre 2017, effettuando una programmazione nella fissazione delle cause da trattare nel merito caratterizzata da una equilibrata combinazione tra ricorsi a trattazione ordinaria di più risalente data, cause a trattazione normativamente prioritaria e giudizi assistiti da giustificate istanze di prelievo”.
Tar Abruzzo:Amicuzzi, meno ricorsi per spese legali eccessive
“Il minor ricorso alla giustizia amministrativa, come già avvenuto nell’anno 2016, potrebbe essere stato influenzato dall’incidenza, spesso molto rilevante, come in materia di appalti, delle spese da sostenere per incardinare i giudizi, soprattutto con riguardo al costo del contributo unificato da versare per la loro iscrizione al ruolo”. Così il presidente del Tar Abruzzo, l’avvocato Antonio Amicuzzi, nella relazione sullo stato della giustizia amministrativa in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario stamani a l’aquila. I ricorsi sono passati dai 625 del 2016 ai 546 del 2017. Il presidente del Tribunale amministrativo ritiene che gli alti costi che deve sostenere chi vuole intraprendere la strada giudiziaria, sia una prospettiva più realistica rispetto ad un “sempre più corretto esercizio dell’azione amministrativa”. “Desta sconcerto – ha aggiunto Amicuzzi – l’ipotesi che il ricorso alla giustizia amministrativa, da parte di soggetti che intendano tutelare interessi che ritengono lesi dall’azione amministrativa, possa in alcuni casi essere ostacolato o addirittura frustrato da mere ragioni economiche, anche se per i meno abbienti soccorre l’istituto del patrocinio a spese dello Stato, che, peraltro, nel corso dell’anno passato, presso questo tribunale, ha comportato la presentazione di ben 34 domande”.