Una vertenza passata un po’ in sordina e che si protrae da una ventina di anni senza che si sia mai riusciti a vedere in campo un piano di reinvestimento industriale serio.
A far tornare a galla in tutta la sua gravità la questione occupazionale all’Aquila è la notizia, emersa nelle ore scorse, della volontà della Tensiter Centro, a Bazzano, di licenziare 10 dei 24 dipendenti, dopo anni di ricorso agli ammortizzatori sociali. Molti operai hanno superato i 50 anni e per loro è difficile ricollocarsi nel mondo del lavoro. Una doccia fredda per i dipendenti, ma anche per i sindacati che si aspettavano un piano di recupero annunciato un anno fa dall’impresa, capitanata da un imprenditore di Torino.
Dure le accuse dei sindacati. Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal-Uil in maniera unitaria alzano gli scudi contro un licenziamento che ritengono evitabile. “Faremo capire una volta per tutte alle aziende che si sono insediate all’Aquila – scrivono – che su un territorio già segnato dalla crisi economica e dal terremoto non si specula”. La Tensiter avrebbe tute le carte in regola per agganciare commesse importanti, essendo un’azienda che produce ponti, muri di sostegno, gallerie artificiali e prefabbricati in campo stradale e ferroviario.
Intanto si terrà domani un incontro nella sede della Confindustria dell’Aquila, al quale parteciperà, oltre ai sindacati, anche l’impresa.