Fiat Chrysler Automobiles (Fca) ha ritirato la sua proposta di matrimonio a Renault perché in Francia “mancano le condizioni politiche”, ma per la Fiom Cgil i timori per la Sevel di Atessa permangono.
In un comunicato diffuso nella notte, la casa del Lingotto annuncia “con effetto immediato”, il ritiro dell’offerta d’integrazione da 33 miliardi di euro, dopo il cda presieduto da John Elkann che si è tenuto a Londra. Eppure, spiega Alfredo Fegatelli, segretario Fiom Cgil Abruzzo e Molise, le preoccupazioni restano. Se è vero che la fusione con Renault avrebbe potuto portare a una produzione di un mezzo simile e dunque concorrente al Ducato prodotto nello stabilimento di Atessa, è anche vero, secondo Fegatelli, che non si conosce il piano industriale di FCA. Sono oltre 6.000 i lavoratori alla Sevel di Atessa, senza considerare l’indotto. Fegatelli è critico con il Governo che ancora non fornisce risposte e non apre un tavolo. C’è inoltre, l’altra questione: la produzione in uno stabilimento in Polonia da parte di Psa che potrebbe avere ripercussioni sulla sede abruzzese. Per questo, l’esponente della Fiom invita gli altri sindacati che hanno firmato il contratto a far fronte comune, poiché, nonostante la differenza di vedute, l’obiettivo è unico: la salvaguardia dei posti di lavoro e di uno stabilimento quale la Sevel di Atessa, che rappresenta il 10% del PIL dell’intera regione.