Dura lettera degli operatori del Porto di Pescara che denunciano, con foto, lo stato di abbandono e di degrado dello scalo marittimo.
Di seguito riportiamo la lettera degli operatori del Porto di Pescara, i quali denunciano lo stato di abbandono delle banchine dello scalo marittimo oltre ai bassi fondali che impediscono l’uscita e l’entrata in sicurezza dei pescherecci, ancor di più alla nave Petroliera con carichi parziali. Gianni Leardi, si fa portavoce degli operatori del porto e scrive quanto segue.
“Siamo gli operatori portuali del Porto di Pescara e vi scriviamo per sottoporvi queste immagini che abbiamo scattato in questi giorni aventi per oggetto le banchine abbandonate del Porto di Pescara. Come potete notare è tutto in stato di abbandono, non c’è più nessuno che vi accede se non qualche pensionato a passeggio con la bicicletta o qualche pescatore armato di canna. I fondali ormai si sono ridotti talmente che ormeggiano soltanto pescherecci e in determinate condizioni e con carichi parziali una sola Petroliera che rifornisce di combustibile le nostra regione. Si sta procedendo ad un dragaggio che servirà a zittire qualcuno per pochi giorni e che non otterrà nulla di significativo, soltanto spese per i contribuenti. Soltanto fino a cinque anni fa era un continuo ingresso di navi,turistiche e commerciali , attività dedite alla pesca, si è anche creata una Direzione Marittima con centinaia di realtà lavorative. Il Porto di Pescara anche se non lo si vuole ammettere è chiuso da anni, chiunque abbia una esperienza di porti potrebbe constatare che l’operatività è praticamente bloccata. Le attività che insistono sul porto dopo una lunga agonia hanno chiuso i battenti licenziando i dipendenti che in silenzio hanno,lasciato i propri lavori un tempo redditizi. Dai centomila passeggeri l’anno, dai traghetti per la Croazia , dalle navi da Crociera che potevano arrivare in città con le nuove banchine siamo in queste penose condizioni. Sono passati anni, si sono succedute amministrazioni di tutti i colori politici ma a tutt’oggi non si è risolto nulla.Si continua a litigare fra le parti a ostacolarsi a vicenda affinché tutto rimanga fermo, immobile, così come tutto in questa città dormiente, che aspetta che arrivi qualcuno o qualcosa dall’alto per potersi mettere all’opera. Invece di istituire un patto di ferro fra coalizioni politiche,fra operatori, fra interessi forti ,per poter far si che ci sia uno sviluppo concreto indirizzato verso un piano turistico globale di ospitalità, si campicchia fra i litigi vari dei nostri esponenti politici e dei vari membri dei comitati cittadini, senza che ci sia un vero progetto di fondo. Abbiamo ormai appurato che la nostra città non avendo un tessuto industriale e culturale evoluto, ha come peculiarità l’ospitalità ,potendo offrire chilometri si spiagge dorate, sole per 5 mesi , verdi colline montagne a meno di 1 ora. Perché rimanere fermi in questo stato di improvvisazione? Abbiamo esempi di altre città che si affacciano sull’Adriatico come Ancona e Bari che hanno rivolto i loro sguardi già da tempo sui loro porti e aeroporti come veicolo peculiare per un’offerta turistica che comprende crociere, traghetti trasporti marittimi ed aerei , registrando affluenze di svariati milioni di passeggeri che insistono e usufruiscono dei servizi messi loro a disposizione e non hanno nulla meno di noi. Ci hanno creduto ,hanno avuto la fortuna e la capacità di eleggere amministratori che hanno messo da parte i conflitti fra le parti , remando all’unisono e avendo come unica meta quello di far crescere le città e di poter offrire ai propri cittadini un motivo di arricchimento culturale e materiale. Da noi avviene tutto ed il contrario di tutto, basti pensare che il Centrodestra che era notoriamente a favore del nuovo PRG portuale e che ha contribuito alla sua redazione ora che è all’opposizione mette i bastoni fra le ruote ai nuovi amministratori. Questo è quello che ci meritiamo! La cosa che non capiamo è questo assurdo silenzio che avvolge la problematica legata al Porto. E’ stata smantellata una realta’ lavorativa che non aveva bisogno di alcun sostegno, costituita da impianti meccanici, maestranze portuali,operatori marittimi, agenzie turistiche, agenzie portuali e marittime e doganali che era ci era invidiata in Adriatico. In altre località,probabilmente più evolute, si griderebbe allo scandalo , si dimetterebbero i più importanti amministratori, qui a Pescara tutto tace, se provi a chiedere risposte concrete nessuno è disponibile. La risposta è sempre la stessa : bisogna aspettare! Il mondo è cambiato si procede a velocità mostruose. Chi si ferma è perduto, conclude Gianni Leardi. Svegliamoci che è già tardi!”
Di seguito le foto scattate dagli stessi operatori portuali di Pescara
Il servizio del Tg8: