Indagini concluse dai carabinieri, arrestati i due presunti autori materiali della rapina al centro agroalimentare di Villanova di Cepagatti
Il colpo venne messo a segno a Villanova di Cepagatti l’11 luglio del 2022, da due uomini: uno dei due era già in carcere per l’omicidio e il tentato omicidio della strada parco di Pescara.
Dunque i carabinieri concludono il cerchio con l’arresto dei due presunti autori.
Entrambi erano già in carcere perché accusati di altri reati.
Mercoledì 14 giugno i carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Pescara hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 2 persone, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale, Francesco Marino, su richiesta della Procura della Repubblica.
La guardia giurata della Sicuritalia Spa aveva prelevato qualche istante prima dallo stand della Fruttital srl un plico chiuso con valori per un ammontare di euro 28.830,00 in denaro contante e euro 1.364,00 in assegni bancari. Non solo, oltre al denaro e agli assegni venne sottratta alla guardia giurata la propria pistola in dotazione. C’è da sottolineare che nella prima parte di indagine, i militari del reparto in questione, hanno raccolto concordanti e convergenti elementi di prova tanto che in data 19 settembre 2022 il Gip di Pescara aveva emesso una ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere a carico di due soggetti pescaresi, poi confermata anche dal tribunale per il Riesame di L’Aquila. I due soggetti tratti in arresto si sarebbero occupati della “logistica”, ossia di portare sul posto gli altri due complici che hanno eseguito materialmente la rapina e di consentirgli poi la fuga, dapprima a bordo di una moto e successivamente in auto.
Tutti gli elementi valorizzati in tale contesto investigativo sono serviti agli inquirenti per sviluppare ulteriori indagini che hanno poi portato alla identificazione piena dei due soggetti rimasti ignoti. È stato svolto un minuzioso lavoro di analisi dei dati di traffico telefonico, indagini tecniche di ricostruzione dei percorsi, esame su collegamenti e frequentazioni, nonché riscontri ed individuazione di un appartamento nel quale i rei si sono recati per spartirsi il bottino e dove uno dei complici tratteneva per se l’arma sottratta alla guardia giurata.
Durante le fasi concitate della rapina, anche a causa della pronta reazione della guardia giurata, che ha cercato in tutti i modi di salvaguardare il sacco con il bottino, era nata una breve colluttazione durante la quale uno degli esecutori materiali della rapina aveva perso il casco fino ad allora indossato. Il casco prontamente recuperato e repertato dalla polizia giudiziaria intervenuta sul posto, trova pregnante elemento di riscontro negli esiti degli accertamenti tecnici eseguiti dai carabinieri dei Ris di Roma, in esecuzione di un incarico peritale conferito dal Gip in sede di incidente probatorio. I periti quindi hanno accertato la presenza sul casco, sia di materiale biologico, sia di una impronta del dito pollice della mano destra riconducibili a uno dei due esecutori materiali della rapina. Gli investigatori si sono inoltre concentrati nella ricostruzione dei rapporti esistenti tra i due complici, ossia quelli che erano ancora rimasti ignoti, ripercorrendo le loro vicende giudiziarie passate ed in epoca presente.
Emergono in capo agli stessi, come stigmatizza il Gip Marino, gravi vicende criminali che li hanno visti coinvolti insieme, in passato, in reati di associazione per delinquere, rapine, estorsioni ed in materia di armi. Entrambi i destinatari del provvedimento cautelare eseguito in data odierna erano già ristretti in carcere. In particolare, uno dei due arrestati, Cosimo Nobile, detto Mimmo, è detenuto in custodia cautelare perché accusato di essere l’autore dell’omicidio e del tentato omicidio commessi lungo la strada parco lo scorso 1 agosto, ossia ventuno giorni dopo la rapina al centro agroalimentare, proprio utilizzando la medesima pistola sottratta nel corso della rapina alla guardia giurata della Sicuritalia.
Come informano dal Comando provinciale dei carabinieri, «il nutrito quadro probatorio costruito come un complesso mosaico, ha fornito ora una immagine chiara in ordine alle responsabilità penali relative alla rapina di cui innanzi, in capo a due pregiudicati pescaresi, molto noti agli inquirenti».